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Home » Esteri » FINE DEL POTERE USA/ “Dal Medio oriente ai Brics, il dopo-dollaro è già cominciato”

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FINE DEL POTERE USA/ “Dal Medio oriente ai Brics, il dopo-dollaro è già cominciato”

Int. Gianandrea Gaiani
Pubblicato 17 Aprile 2023 - Aggiornato 18 Aprile 2023 ore 19:54
Soldati sul fronte di Bakhmut (LaPresse)

Soldati sul fronte di Bakhmut (LaPresse)

Usa esclusi dal Medio Oriente e dal Golfo. L'economia russa regge bene nonostante sanzioni occidentali sempre più dure. L'Ue non è più centrale

Il New World Order americano è sempre più in crisi e uno nuovo sta nascendo. È lo scopo dichiarato Di Mosca e Pechino: lo stesso ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha subordinato il processo di pace con Kiev a un nuovo ordine mondiale. Ciò che stupisce è che a Bruxelles ci si ostina a non vedere. Il nuovo ordine non è solo un’ipotesi, ma una realtà, spiega Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, suffragata dai fatti.


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Per la prima volta una nave russa ha attraccato in Arabia saudita e ha potuto rifornirsi lì, forse anche per la maggiore influenza dei cinesi nell’area dopo aver fatto da mediatori tra Arabia e Iran. Inoltre la stessa Arabia sta spingendo per far rientrare Assad nella Lega araba. Per gli Usa uno smacco continuo.

Gli americani non sono più un partner affidabile per tanti Paesi, molti se ne sono accorti, invece noi europei facciamo finta di non accorgercene.


LETTURE/ Quei chicanos a Los Angeles, il potere (di Trump) e il dialogo che manca


È perché pensano solo ai propri interessi?

Tutti devono pensare ai loro interessi: una grande potenza deve farlo, gli americani lo fanno, anche in maniera spregiudicata: così facevano l’Unione Sovietica, l’impero britannico. Non è questo il problema, il problema è comprendere cosa sta succedendo. Questo è il vero dramma dell’Europa, che ha una classe dirigente che non vale il livello politico sociale ed economico del continente, non è all’altezza delle sfide che deve affrontare e quindi è assolutamente succube degli americani, di cui dovremmo essere alleati e invece siamo vassalli. C’è una bella differenza.


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Come sta cambiando la mappa del potere a livello mondiale e perché?

Nel mondo arabo la diffidenza verso gli Stati Uniti è cominciata nel 2011, quando Obama, il cui vice si chiamava Joe Biden, ha sostenuto apertamente le primavere arabe, che hanno cercato di far cadere regimi arabi certo non di specchiata democrazia, ma che erano tutti filo-occidentali. Da allora, se escludiamo la parentesi Trump, che ha ricucito un po’, i rapporti tra mondo arabo sunnita, ovvero le monarchie sunnite del Golfo, e gli Stati Uniti sono andati degradando. Trump accettò di vendere gli F35 agli Emirati Arabi Uniti, quando arrivò Biden disse che potevano acquistarli solo se avessero rinunciato alla rete 5G fatta dai cinesi. E gli Emirati risposero agli americani che non accettavano ingerenze nella loro sovranità e che la rete 5G la facevano con chi volevano. E che gli F35 gli americani se li potevano pure tenere. Così hanno comprato diverse decine di Rafale francesi.

È cambiata la considerazione che il mondo arabo ha degli Usa?

Vedo nel mondo arabo un’orgogliosa rappresentazione di sovranità nazionale nei confronti dei protettori americani che mi piacerebbe vedere anche negli Stati europei, ma che purtroppo manca all’appello. La presenza americana nel Golfo è stata in questi anni giustificata soltanto dallo stato di quasi guerra fra l’Iran e i sauditi, fra la Repubblica islamica sciita e le monarchie sunnite. Il grande capolavoro dei cinesi, che ha inaugurato il terzo mandato di Xi Jinping, è stato quello di dirimere questa questione. La risoluzione di questa crisi renderà del tutto inutile o comunque superata, non più necessaria, la presenza di basi militari americane nel Golfo persico nel giro di qualche anno.

Ora gli sgarbi agli americani riguardano anche il petrolio…

Sì. Il fatto che i sauditi abbiano risposto picche agli americani che avevano chiesto di non abbassare la produzione di petrolio, e tutto l’Opec, invece, li ha abbassati proprio per alzare i prezzi, favorisce i produttori, inclusa la Russia, ovviamente. Abbassando la produzione i prezzi del petrolio salgono.

Le cose stanno cambiando anche altrove?

Certo. Prendiamo ad esempio il fatto che il Pil dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) ha superato quello dei Paesi del G7: è un dato che non viene riportato quasi da nessuno. Noi continuiamo a dire “Abbiamo isolato la Russia”, ma non abbiamo isolato nessuno, siamo noi quelli sempre più isolati, perché i Paesi che hanno fatto sanzioni alla Russia sono quelli europei, neppure tutti, insieme ad Australia, Nuova Zelanda e in parte il Giappone. Tutti gli altri hanno aumentato i rapporti economici, commerciali e militari con la Russia.

Anche l’Africa è sfuggita all’orbita dell’Occidente.

Di recente a Mosca si è svolto il vertice Russia-Africa, presenti delegazioni africane di 44 Paesi su 54. L’energia russa in India e in Cina viene pagata in rubli, rupie e yuan. I Brics si stanno organizzando per bypassare dollaro ed euro nei commerci e utilizzare le monete locali. Non a caso nel 2022 la moneta mondiale che ha avuto la performance migliore è stato il rublo russo, che doveva crollare insieme all’economia di Mosca.

Insomma, cosa sta succedendo all’Occidente e all’Europa?

L’episodio del Golfo tra Iran e Arabia saudita, che hanno riallacciato i rapporti diplomatici, è solo uno degli indicatori del fatto che noi continuiamo a guardarci l’ombelico e a considerarci il centro del mondo, ma il mondo ha deciso di fare a meno di noi come Occidente. Questo è il problema di cui dovremmo preoccuparci.

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Tags: Barack ObamaJoe Biden

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