Grande soddisfazione all’Università Statale del Colorado (CSU), dove il fiore cadavere dell’ateneo è sbocciato, ben otto anni dopo: il suo nome è Cosmo ed era stato portato nel giardino del campus nel 2016 dalla responsabile della struttura di crescita delle piante, Tammy Brenner, dopo una conferenza. Il fiore cadavere si chiama così perché ha un odore particolarmente pungente, a tratti nauseabondo, in grado di attirare un gran numero di insetti impollinatori: in tutto il mondo ne esisterebbero soltanto mille esemplari, secondo il censimento del Giardino Botanico degli Stati Uniti.
La pianta Fiore cadavere è in grado di raggiungere un’altezza di tre metri e per fiorire invece ci mette circa dieci anni: nel corso del weekend al campus dell’Università del Colorado sono giunte circa 8.600 persone per vedere il fiore, che emana un odore terribile secondo i visitatori, che lo hanno paragonato a quello della carne in decomposizione. Dopo giorni di attesa, il fiore ha cominciato a sbocciare sabato sera, una settimana fa: i ricercatori hanno prelevato semi per studiare al meglio la specie, e misurato la qualità dell’aria dopo la fioritura.
Fiore cadavere, cosa è e come è arrivato in Colorado
Sarebbero solamente cento i fiori cadavere in giro per il mondo: per questo motivo negli ultimi anni tanti giardini botanici e università, come anche quella del Colorado, hanno iniziato a studiare al meglio la specie e la loro capacità di prosperazione, coltivando i fiori per preservarne il patrimonio genetico. Alla CSU, il fiore è stato portato da Tammy Brenner, responsabile della crescita delle piante dell’ateneo: la ricercatrice ha ricevuto “Cosmo” durante uno scambio di piante alla conferenza annuale dell’Associazione dei Curatori Educatori e Ricercatori di Serre nel 2016.
Le piante che hanno generato Cosmo sono nate entrambe in Ohio il 24 maggio 2013, come sottolinea Green.me. Da quando il fiore cadavere si trova in Colorado, è la prima volta che fiorisce: i ricercatori hanno atteso ben 8 anni. Il suo odore, come spiegato dagli scienziati, è particolarmente forte nelle prime 12 ore dopo la fioritura ma può essere percepito ancora per due giorni.