È stato avviato i questi giorni l’innovativo progetto ALPHA promosso dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente al fine di ridurre a zero le emissioni di Co2 nell’arco alpino favorendo l’adozione delle più importanti ed innovative tecnologie per il riscaldamento e il raffreddamento degli ambienti domestici: proprio questi ultimi – infatti – sono considerati come responsabili del 42% di consumi energetici europei con un impatto che nei territori alpini protagonisti del progetto ALPHA rischia di diventare distruttivo, specialmente in un contesto storico in cui l’attenzione agli effetti del cambiamento climatico diventa sempre più importante e diffusa.
Oltre a Fondazione Lombardia per l’Ambiente, dietro al progetto ALPHA si nascondono anche realtà come la Regione Liguria, EURAC Research, l’Istituto Nazionale di Scienze Applicate di Lione, la Camera di Commercio di Nizza e della Costa Azzurra, ma anche l’Università di Monaco, la Società austriaca per l’Ambiente, il Centro europeo per le rinnovabili di Güssing e la municipalità di Trebnje; il tutto con una dotazione di oltre 2 milioni di euro e con l’aiuto – oltre che ovviamente dei cittadini nel ruolo di prosumer – delle autorità locali dell’arco alpino, delle società fornitrici di servizi pubblici, delle associazioni e di un lungo pool di esperti e professionisti.
Cos’è e come funziona il progetto ALPHA di Fondazione Lombardia per l’Ambiente: l’obiettivo è ridurre a zero le emissioni
Come anticipavamo prima, il progetto ALHPA è già stato avviato e mira e realizzare gli obiettivi fissati dal similare programma europeo Interreg Alpine Space estendendo la sua azione – oltre che ovviamente in Italia – anche in Austria, in Francia, in Germania e in Slovenia: l’obiettivo è quello di promuovere la riduzione delle emissioni inquinanti attraverso l’efficientamento energetico delle reti di riscaldamento e raffrescamento grazie alle cosiddette tecnologie di Quinta generazione District Heating and Cooling per arrivare – dopo un esperimento pilota – al risultato della completa decarbonizzazione dei territori coinvolti.
Facendo un passetto indietro, quelle tecnologie di quinta generazione (che includono le pompe di calore alimentate con le rinnovabili) al centro del progetto ALPHA perseguono l’obiettivo di ridurre le perdite energetiche grazie all’uso di tubature non isolate e ad un sistema bidirezionale che permette – al contempo – di ricevere e distribuire energia rinnovabile in base alla domanda e all’offerta complessiva; il tutto con il duplice vantaggio – dunque – di promuovere anche un nuovo modello di business in grado di autobilanciare domanda ed offerta con un impatto energetico ed ambietale pressoché nullo.