È stata chiusa con un’archiviazione l’inchiesta romana nei confronti di Francesco Bellomo. L’ex giudice del Consiglio di Stato era accusato di calunnia e minacce ad un corpo politico amministrativo o giudiziario per quelle rivolte all’ex premier Giuseppe Conte, quando ricopriva l’incarico di vicepresidente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, e nei confronti della collega Concetta Plantamura, che invece era membro della commissione del procedimento disciplinare a cui Bellomo fu sottoposto dopo il noto scandalo sulle borsiste, per il quale fu poi destituito. L’indagine, avviata a Bari, era stata poi spostata a Roma dopo che il gap si era dichiarato incompetente.
Al termine degli accertamenti, lo scorso maggio, il pm Carlo Villani aveva avanzato la richiesta di archiviazione che, come evidenziato da La Stampa, è stata accolta dal gip. Per l’accusa iniziale Bellomo aveva «incolpato falsamente» Conte e Plantamura di aver esercitato in maniera «strumentale e illegale il potere disciplinare», eseguendo «deliberatamente e sistematicamente» una «attività di oppressione» nei suoi confronti «mossa da un palese intento persecutorio».
LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE DEL PM VILLANI
Ma per il pm Carlo Villani non ci sono gli estremi dell’ipotizzato grave delitto «sia per difetto dell’elemento oggettivo che soggettivo del reato». Inoltre, nella richiesta di archiviazione aveva precisato che Francesco Bellomo «non intendeva certo muovere accuse penali, avendo piuttosto agito per l’accertamento di un illecito civile e il conseguente risarcimento danni, certamente strumentale al procedimento disciplinare che stava subendo». Per quanto riguarda, invece, l’accusa di minaccia, il pm spiegava che non l’idoneità non sussiste né dal punto di vista soggettivo («relativamente ai soggetti destinatari della memoria»), né da quello oggettivo («non essendosi infatti verificato l’evento del reato, l’impedimento o il turbamento dell’attività»).
Il legale di Francesco Bellomo, l’avvocato Cataldo Intrieri, si è dichiarato soddisfatto per l’archiviazione dell’inchiesta: «Per la terza volta consecutiva il dottor Bellomo è stato prosciolto dalle accuse mossegli, nonostante la gogna mediatica, si tratta di vicende private e senza rilevanza penale», ha dichiarato il penalista all’AdnKronos.