Economia Francia, previdenza sociale allo sbando secondo la Corte dei Conti: deficit in aumento, il rapporto boccia le misure del governo
Il bilancio della previdenza sociale in Francia è preoccupante, stando all’ultimo rapporto della Corte dei conti, pubblicato mentre il Parlamento francese esamina quello per l’anno prossimo. Secondo i calcoli contenuti nel rapporto sulle finanze degli enti di previdenza sociale, trasmesso alle commissioni parlamentari per gli affari sociali, quest’anno il deficit raggiungerà i 23 miliardi di euro, molto più di quanto previsto inizialmente.
Un trend preoccupante per i magistrati contabili, poiché si è più che raddoppiato nel giro di due anni: escludendo il periodo della pandemia, questo è il peggior deficit dal 2012. La Corte esprime forte preoccupazione per l’enorme squilibrio dei conti della previdenza sociale e per un piano di risanamento giudicato potenzialmente irrealistico.

Stando a quanto riportato da Le Figaro, le cause del disavanzo sono state individuate nel crescente divario tra le spese — in aumento anche a causa dell’invecchiamento della popolazione francese e del conseguente incremento delle patologie — e le entrate, che non seguono lo stesso ritmo a causa della debolezza dell’economia e della minore occupazione nel settore privato.
FRANCIA, I CONTI DELLA PREVIDENZA SOCIALE SPAVENTANO
Questa debole crescita è infatti “particolarmente dannosa per le entrate della previdenza sociale, colpite dalla scarsa domanda interna e dal calo dell’occupazione nel settore privato”. Minori redditi da lavoro significano anche minori contributi e, di conseguenza, un corrispondente ammanco nei conti della previdenza.
Senza interventi, il deficit rischia di salire a 28,7 miliardi di euro l’anno prossimo. Da un lato, le previsioni di entrate per il prossimo esercizio si basano ancora una volta “su uno scenario macroeconomico ambizioso”; dall’altro, i tagli alla spesa risultano “concentrati su un numero limitato di misure”.
Il piano del governo francese prevede infatti interventi per ridurre il deficit a 17,5 miliardi di euro, tagliando quindi 11,2 miliardi attraverso misure restrittive: dal congelamento delle prestazioni sociali al raddoppio dei ticket sanitari, fino alla riduzione dei servizi ospedalieri e a una revisione dell’uso dei medicinali per garantirne un impiego più appropriato.
CORTE DEI CONTI BOCCIA MISURE DEL GOVERNO
Le misure ipotizzate dal governo sono tuttavia ritenute troppo deboli dalla Corte dei conti, secondo la quale esse si basano su previsioni economiche eccessivamente ottimistiche. “Ciò mette a repentaglio il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione del disavanzo qualora queste misure, o altre equivalenti, non vengano infine adottate”, avverte la Corte.
Inoltre, se anche solo alcune di tali misure venissero abbandonate, il piano di riduzione del deficit potrebbe fallire. Questo scenario, in effetti, è già parzialmente realtà: alcune misure fondamentali, come il blocco delle pensioni e delle prestazioni minime o l’aumento dei ticket sanitari, sono state rifiutate o annunciate come abbandonate.
Gli ospedali risultano tra i più colpiti: gli stessi operatori parlano delle “peggiori misure di austerità” degli ultimi quindici anni. I magistrati contabili francesi segnalano, infatti, che gli obiettivi imposti al settore sanitario sono “eccezionalmente impegnativi”. Fino a sei anni fa i conti della previdenza sociale erano in pareggio; oggi, quella sembra una prospettiva sempre più lontana.
