Franco Oppini: “Così nacquero I Gatti di Vicolo Miracoli”/ “Cominciammo sui banchi di scuola”

- Giulia Lia Mastrominuta

Franco Oppini si racconta a "I Fatti Vostri", raccontando i successi con "I Gatti di Vicolo Miracolo". Le parole del cabarettista

Franco Oppini Franco Oppini

Il nome di Franco Oppini è legato a quello de “I Gatti di Vicolo Miracolo”, gruppo carabarettistico. “Ci siamo continuati a frequentare. Compleanni, serate… A volte ci chiamiamo per un revival, cene e prese in giro con tutti”. Il nome ‘Vicolo Miracoli’ era una canzoncina che cantavano, ma da dove nacque l’idea di chiamarsi così? “La figlia di Dore Modesti e Gabriella Farinon, fece un disegno in cui disegnò dei gatti e disegnò questo veicolo Miracoli. Poi Pippo Baudo ci ha spinto a unire queste due cose, partendo da questa canzoncina, Vicolo Miracoli, che è un vicolo di Verona, particolarissimo. Perché particolarissimo? Perché c’era l’ufficio delle tasse e la casa di tolleranza. Per cui, in qualche modo, si usciva tutti in mutande” spiega Franco.

Da lì nacque il nome: “Così, unendo queste due nomi, i gatti disegnati da Barbara e la canzone Vicolo Miracoli, vennero fuori i Gatti di Vicolo Miracoli“. Il cabarettista racconta ancora: “I tormentoni nascevano dagli sketch che facevamo nelle serate. La gente ci chiedeva di farli ridere”. Il successo è iniziato dopo una “trasmissione fortunata del pomeriggio, “Gioco Città”. E praticamente questa trasmissione ci ha fatto notare e gli autori Trapani e Testa ci chiamarono chiedendo se volessimo fare “Non stop”. Io gli ho detto Va bene, facciamolo”.

Franco Oppini: “Avevamo un successo dirompente”

“I Gatti di Vicolo Miracolo” ebbero ben presto “un successo dirompente. Incredibile, non potevamo uscire di casa. E da lì è nato tutto quanto quello che poi ha animato cinema e televisione” racconta Franco Oppini. La sua passione per lo spettacolo è nata prestissimo: “Praticamente a 15 anni. Sui banchi di scuola, già sui banchi di scuola facevamo delle cose musicali, Umberto suonava, Gerry che è più giovane di noi faceva parte della nostra compagnia delle Bisbocce, delle festine da ballo, la parte anni 60-70. Io pure facevo il teatro un po’ di ricerca, quello d’avanguardia dell’epoca in cui si prendeva Shakespeare e si smembrava e già facevo anche degli spettacoli miei come delle ballate musicali e raccontate”.





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