Cos'è successo alla centrale nucleare di Fukushima: l'incidente nel marzo del 2011 innescato da una serie di sfortunati eventi
Tra i disastri nucleari più famosi al mondo e alla base – ancora oggi – di una diffusa e consolidata paura per l’energia prodotta a partire dagli atomi, quello capitato alla centrale di Fukushima può essere definito come una (lunghissima e grave) seri di sfortunati eventi: proprio nella serata di oggi – mercoledì 6 agosto 2025 – l’incidente alla centrale giapponese sarà protagonista di un documentario nella seconda serata di La7, che ripercorrerà quei difficili momenti.
Prima di addentrarci alla scoperta di quello che è successo a Fukushima, però, è importante ricordare che proprio l’11 marzo del 2011 – ovvero il giorno dell’incidente nucleare – l’altamente sismico Giappone fu colpito da uno dei quattro terremoti più potenti mai registrati nella storia recente, con una magnitudo di 9 sulla scala Richter: un evento del tutto naturale e che innescò una lunga serie di reazioni (quasi) impossibili da prevedere e che portarono alla distruzione della centrale nucleare.
Cos’è successo alla centrale nucleare di Fukushima: la serie di sfortunati eventi che innescarono la fusione
Nonostante il Giappone fosse (e sia ancora oggi, a maggior ragione) abituato agli eventi tellurici, mai prima di quel giorno si registrò un sisma di tale portata e a pagarne il prezzo più alto fu proprio la centrale nucleare di Fukushima: da protocollo, dopo il terremoto si attivarono correttamente le misure di sicurezza della centrale – sita in corrispondenza della costa di Naraha – e tutti e tre i reattori si disattivarono immediatamente.

Il peggio sembrava essere ormai scongiurato ma meno di un’ora dopo il terremoto, la città di Fukushima fu colpita da uno dei più grandi tsunami della storia recente, con onde che toccarono picchi di – addirittura – 40 metri: la centrale nucleare, in particolare, fu colpita da un’onda alta 13 metri e a poco servirono per fermare l’acqua marittima i muri di contenimento alti 9, provvidenzialmente installati quando la centrale nucleare fu costruita.
Proprio a causa del terremoto e del successivo tsunami, il sistema di raffreddamento dei reattori della centrale di Fukushima smisero di funzionare e qui entra in gioco la terza della serie di sfortunati eventi: il generatore, infatti, fu automaticamente sostituito da un altro sistema di raffreddamento alimentato a batterie che – seppur funzionò correttamente – aveva un’autonomia di solamente 6 ore prima che le batterie di esaurissero.
Nel frattempo la città di Fukushima era in preda al panico, largamente distrutta e congestionata dal traffico di persone che cercarono di lasciare l’area al più presto e proprio per questa ragione nessun tecnico riuscì a raggiungere la centrale con le batterie di riserva: il sistema di raffreddamento si spense e l’acqua marittima – usata per cercare di limitare le temperature già altissime dei reattori – produsse idrogeno che immediatamente esplose innescando la fusione atomica alla base del disastro.
