Garlasco: sulla scena del crimine dove fu uccisa Chiara Poggi anche un'impronta femminile da analizzare. Cosa sta succedendo nell'inchiesta

Garlasco epicentro di una scia di colpi di scena che potrebbero far tremare il giudicato di condanna a carico di Alberto Stasi, ritenuto unico responsabile dell’omicidio di Chiara Poggi dalla sentenza definitiva emessa nel 2015. Ora le carte sembrano muoversi su un tappeto sempre più fluido con la nuova inchiesta aperta dalla Procura di Pavia con un indagato non proprio a sorpresa: Andrea Sempio, la cui posizione fu già archiviata nel 2017 e che, secondo gli inquirenti di oggi, avrebbe lasciato il suo Dna sulle unghie della vittima. 



Ma non solo: al centro del rinnovato interesse investigativo sul delitto di Garlasco, l’attribuzione a Sempio, da parte dei consulenti incaricati dagli attuali pm titolari dell’indagine, di una impronta palmare rilevata vicino al corpo di Chiara Poggi, la numero 33 evidenziata con lo spray ninidrina sulla parete della prima rampa di scale che conducono alla taverna dove fu ritrovata la 26enne. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano Moscova che lavorano al caso, in una informativa del 2020, l’avevano indicata quale inequivocabile traccia dell’assassino.



Adesso ci sarebbe di più per delineare come più concreta la pista di un crimine commesso a più mani: secondo quanto dichiarato poche ore fa dall’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi con la collega Giada Bocellari, sulla scena del crimine ci sarebbe anche un’altra impronta da vagliare. E non apparterrebbe a un uomo.

Garlasco, la difesa di Alberto Stasi: rianalizzare tutti i reperti, sulla scena una impronta femminile

La difesa di Alberto Stasi punta ad una “rilettura scientifica di tutti i reperti” del delitto di Garlasco, riporta ANSA, e l’avvocato De Rensis confida nella nuova inchiesta della Procura di Pavia per arrivare alla verità storica su quanto accadde il 13 agosto 2007 nella villetta dei Poggi.



Quella processuale ha consegnato alla cronaca il nome di un solo colpevole, Stasi appunto, condannato in via definitiva nel 2015 dopo una doppia assoluzione in primo grado e in appello. Per i suoi legali, un clamoroso errore giudiziario. Oggi il pool che assiste l’ex fidanzato di Chiara Poggi intende arrivare a una nuova analisi scientifica di quanto a disposizione per chiudere, una volta per tutte, la partita sull’identità dell’assassino che va avanti ormai da 18 anni. 

De Rensis ha precisato che ci sono diverse impronte da vagliare, in particolare quella “parziale” di una scarpa numero 36/37, “che si ritiene femminile”. Le tecnologie oggi in possesso degli investigatori potrebbero fornire risposte determinanti su questo e altri elementi della scena del crimine.