Il gabinetto di sicurezza di Israele ha approvato in via definitiva il piano di occupazione di Gaza: ecco che cosa prevede, i 5 punti

E’ arrivato poche ore fa l’ultimo ok, l’approvazione definitiva al piano di Israele di occupare Gaza. Come riferisce la Cnn ma anche altri organi di informazione internazionali e nazionali, il gabinetto di sicurezza di Tel Aviv ha dato il suo personale lasciapassare al piano del primo ministro Benjamin Netanyahu, nonostante l’allarme crescente per la crisi umanitaria che si sta vivendo nell’enclave e la forte opposizione pubblica.



Stando a quanto si legge nella nota ufficiale diffusa dall’ufficio di Netanyah, l’approvazione del piano del primo ministro per sconfiggere Hamas è arrivata nelle scorse ore, e l’esercito israeliano è quindi pronto a liberare la città di Gaza, garantendo anche la fornitura di aiuti umanitari ai civili, ma ovviamente nella zona al di fuori dei combattimenti. Il piano si fonda su cinque principi, e precisamente disarmare Hamas, così come chiesto anche dalla Lega Araba all’Onu, quindi il recupero di tutti gli ostaggi israeliani ancora nelle mani dei ribelli, riportando a casa eventualmente i loro corpi senza vita, la smilitarizzazione completa di Gaza e il successivo controllo militare della metropoli, infine, l’istituzione di un nuovo “governo” ma che ovviamente non sia di Hamas ne tanto meno dell’Autorità Nazionale Palestinese.



Precisamente: “Una maggioranza decisiva dei ministri del Gabinetto di sicurezza riteneva che il piano alternativo presentato al Gabinetto di sicurezza non avrebbe portato né alla sconfitta di Hamas né al ritorno degli ostaggi”, così come fa sapere l’ufficio, senza comunque specificare quale fosse il piano alternativo a cui si fa riferimento. Poco prima dell’ok del gabinetto di sicurezza il primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che Israele non vuole governare Gaza ma “Vogliamo consegnarla alle forze arabe che la governeranno correttamente senza minacciarci e garantendo agli abitanti di Gaza una vita dignitosa: questo non è possibile con Hamas”.



GAZA, OK A PIANO OCCUPAZIONE: SI RISCHIA NUOVA ESCALATION?

Secondo la Cnn con l’occupazione di Gaza da parte dell’esercito israeliano c’è il rischio di una nuova escalation della guerra in Medio Oriente, tenendo conto che Hamas ha sempre rigettato con forza praticamente ognuno dei cinque punti del piano di Tel Aviv. L’approvazione, come detto sopra, è giunta in un clima di accese proteste in tutta Israele, con moltissime persone che sono scese in piazza contrarie all’occupazione temendo un nuovo incremento delle operazioni militari, in particolare ai danni degli ostaggi.

Nonostante le preoccupazioni crescenti nel Paese, con molti israeliani che questo nuovo piano possa essere di fatto l’inizio della fine, Tel Aviv prosegue per la sua strada con l’obiettivo di annientare definitivamente Hamas qualora gli stessi ribelli palestinesi non dovessero piegarsi al volere di Tel Aviv, nel contempo, verranno salvaguardate le persone, i civili, che saranno sostenuti con degli aiuti di viveri e generi di prima necessità. Netanyahu ha commentato l’approvazione del piano anche ai microfoni di Fox News, da sempre televisione in viso a Trump, che ha spiegato che Israele vuole controllare solo militarmente Gaza ma non politicamente, visto che la città, una volta liberata, sarà data ad un governo civile “che non promuova la distruzione di Israele”.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu durante una visita alla base di reclutamento e selezione di Tel HaShomer, 5 agosto 2025 (Ansa)

GAZA, OK A PIANO OCCUPAZIONE: DURERA’ CINQUE MESI

Secondo quanto affermato da un funzionario israeliano alla CNN il piano durerà circa cinque mesi, indicativamente fino al prossimo gennaio, e nel corso di questo lasso di tempo un milione di palestinesi residenti in quel di Gaza City e in altre aree limitrofe verranno evacuate. A riguardo verranno allestiti dei complessi per ospitare il massiccio afflusso di sfollati palestinesi, per un’operazione che si preannuncia particolarmente delicata. Solo dopo che tutta Gaza sarà liberata – e questa sarà ovviamente la parte più critica del piano visti i possibili scontri con Hamas – a quel punto l’Idf inizierà ad attaccare i ribelli palestinesi, fino a che gli stessi non saranno sconfitti o non si saranno arresi.

A quel punto prenderà il controllo della città e darà via al piano di cui sopra. Non è ben chiaro invece cosa ne sarà delle aree al di fuori della città di Gaza non controllate da Israele, che potrebbero essere occupate o meno. La sensazione è che questo piano possa essere un enorme successo o un totale fallimento, visto che non paiono all’orizzonte delle soluzioni “vie di mezzo”. Se la liberazione di Gaza sarà veloce e indolore, a quel punto l’idea di Netanyahu sarà sicuramente vittoriosa, ma se estromettere i ribelli di Hamas dalla metropoli sulla Striscia comporterà un lungo dispendio di energie e di tempo – con conseguenti vittime civili – a quel punto saremo vicini al punto di non ritorno. La speranza, ovviamente, è che tutto vada per il meglio: a breve capiremo ciò che accadrà.