Piano ricostruzione Gaza, primi appalti pronti, stanziati 170 milioni di dollari per ospedali e reti energetiche, gare aperte anche a imprese italiane
Gaza, via agli appalti per la ricostruzione, dopo la firma del piano di pace parte la corsa per aggiudicarsi l’inclusione al progetto, prevalentemente finanziato dalla Banca Mondiale e dalle Nazioni Unite, che dovrà garantire il ripristino dei servizi essenziali. I primi bandi che partiranno entro fine ottobre inizi di novembre, riguarderanno inizialmente la consegna di unità prefabbricate per ospitare la strutture di emergenza.
Poi in particolare la sanità e l’energia, due priorità per l’assistenza alla popolazione palestinese, con l’obiettivo primario della ricostruzione di ospedali distrutti e la fornitura di elettricità che servirà anche all’utilizzo delle apparecchiature diagnostiche e dispositivi clinici, materiali che poi saranno inseriti in altre gare riservate alle attrezzature specifiche. Sono stati stanziati già 170 milioni di dollari, che verranno frazionati in più gare, alle quali potranno partecipare imprese internazionali, anche italiane, a patto che siano già state registrate come fornitrici Onu.
Appalti Gaza, bandi per le infrastrutture aperti anche alle imprese italiane già fornitrici Onu
Bandi di gara per la ricostruzione di Gaza post guerra, il quotidiano Milano Finanza ha evidenziato i primi progetti in partenza, aperti alla partecipazione di imprese europee già fornitrici Onu, che potranno aggiudicarsi i fondi stanziati dalla Banca Mondiale per il ripristino dei servizi alla popolazione. I primi cantieri potrebbero aprire già entro inizio novembre, con la sistemazione degli ospedali e delle strutture sanitarie danneggiate dai bombardamenti, ed in contemporanea con la costruzione di nuove reti energetiche, alimentate prevalentemente da pannelli solari e fonti rinnovabili.
Il piano ha una stima di costo complessivo pari a 80 miliardi di dollari, una cifra aumentata significativamente da febbraio 2025, quando erano stati previsti 53 miliardi. L’opportunità maggiore sarà riservata ad aziende già esperte di investimenti nei settori chiave, come quello delle energie, della gestione dei rifiuti e delle infrastrutture. Tra quelle italiane individuate che potrebbero rientrare nelle gare, ci sono i gruppi Buzzi e Webuild, già al rialzo nei listini, ma anche Saipem, Ansaldo e Maire.