La Germania ha introdotto il prezzo calmierato dell'energia elettrica: le imprese energivore pagheranno al massimo 50 euro a MWh fino al 2028
Nonostante le tante critiche mosse negli ultimi giorni da diverse parti della società tedesca – e non solo -, alla fine la Germania ha deciso di tirare dritto sul piano energetico fortemente voluto dalla ministra dell’Economia Katherina Reiche con l’assenso del Cancelliere Friedrich Merz, pensato per garantire alle imprese più energivore dei sussidi statali che permettano loro di pagare meno l’energia elettrica: una misura che, peraltro, appare contraria ai regolamenti europei, ma frutto di un’intesa tra la Germania e la stessa Commissione che avrebbe dovuto porvi un freno.
Stando a quanto riportano diversi quotidiani, il piano energetico messo in campo della Germania è concettualmente piuttosto semplice: grazie a 10 miliardi di euro ricavati dal bilancio federale (quasi la metà dal Fondo climatico), infatti, le imprese energivore fondamentali – come la chimica, la produzione di acciaio e l’automotive, tra le altre – godranno di un prezzo dell’energia calmierato a 50 euro per Megawattora; con lo “scarto” che verrà coperto – ovviamente – dai fondi pubblici.
La Germania introduce il prezzo calmierato dell’energia per le imprese: Federacciai critica il doppiopesismo della Commissione UE
La misura – hanno spiegato Reiche e Merz – serve soprattutto a preservare la competitività di alcuni settori industriali critici e di primaria importanza per la Germania, preservando la loro stabilità e – di conseguenza – quella dell’intera economia tedesca da tempo in grave difficoltà; mentre seppur (ovviamente) gli industriali abbiano esultato per quella che definiscono “una boccata d’ossigeno“, al contempo sono parecchie le proteste tra le piccole e medie imprese.

Non solo, perché sempre in Germania hanno espresso qualche perplessità anche i Verdi – che all’epoca di Scholz furono portavoce di questa stessa proposta -, criticando soprattutto l’uso incoerente dei Fondi climatici e ambientali per una misura che agevola i “principali” responsabili delle emissioni; mentre secondo alcuni economisti l’effetto sarà solamente quello di nascondere la polvere sotto il tappeto, dando sollievo temporaneo alle imprese della Germania senza risolvere il reale problema del costo elevato dell’energia.
Di tutt’altro avviso – ma sempre fermamente critico – il commento della nostrana Federacciai con il presidente Antonio Gozzi che teme che la misura adottata dalla Germania finirà per creare “profonde asimmetrie” all’interno del mercato unico europeo; criticando anche il doppiopesismo della Commissione che permette al governo tedesco di varare nuovi aiuti di stato – contrari ai regolamenti comunitari – e al contempo blocca la proposta italiana dell’Energy Release.
