Per invertire la carenza di soldati, la Germania valuta la leva obbligatoria: secondo gli analisi si potrebbero arruolare anche i migranti
Esattamente come buona parte delle altre potenze europee – ma in un certo senso in misura maggiore – la Germania da diversi mesi a questa parte si trova a fare i conti con le ovvie ed evidenti difficoltà nel piano di riarmo tanto decantato da Friedrich Merz che tra i primissimi atti in qualità di cancelliere ha derogato lo storico limite tedesco alla contrazione del debito pubblico al fine – ovviamente – di sostenere lo sviluppo bellico della Germania.
Un piano che – a ben guardare – è tra i più ambiziosi dell’intera Unione Europa, tanto che la Germania ambisce a creare il più avanzato, vasto e forte esercito del Vecchio continente, ipotizzando anche la possibilità di convertire le storiche fabbriche automobilistiche (in forte crisi da anni a causa degli obbiettivi ambientali imposti da Bruxelles) per la produzione di armi e armamenti, con il doppio beneficio di rinvigorire anche la sempre più carente industria tedesca.
D’altra parte, però, se produrre armi e armamenti più o meno sofisticati – specialmente in un paese noto in tutto il mondo per l’efficienza dei suoi ingegneri, com’è la Germania – è roba relativamente semplice, lo stesso non si può dire per il personale addetto a utilizzare quegli stessi armamenti sul campo di battaglia: un problema che da tempo sta colpendo anche l’Ucraina, relativamente ben armata (grazie agli sforzi dei partner occidentali) ma al centro di una vera e propria crisi di soldati arruolati e arruolabili.
Il piano della Germania per invertire il carente numero di soldati: leva obbligatoria e arruolamento dei migranti
Di fatto, la Germania negli ultimi anni di (apparente?) pace ha visto fortemente ridursi – esattamente come tutti gli altri paesi del blocco europeo, Italia inclusa – il numero di soldati arruolati passano da quasi 500mila attivi dei primi anni ’90 a pochi meno di 200mila (precisamente 180mila) lo scorso anno, con un calo netto dal 2010 a questa parte: tante le campagne per l’arruolamento messe in campo della Germania, talvolta descritte come successi anche se l’unico effetto – comunque positivo – è stato quello di mantenerne stabile il numero.
Proprio per questa ragione, è ormai chiaro che da tempo la Germania stia lavorando al progetto di reintrodurre la leva militare, che verrà ufficialmente discusso prima della fine di agosto e avrebbe un carattere volontario, limitato all’arruolamento per i riservisti; mente non si esclude neppure la possibilità di renderla obbligatoria se i primi tentativi volontari finissero per rivelarsi (come probabilmente saranno) un insuccesso.
È qui che entra in gioco la proposta mossa da alcune illustri menti della Germania, tra le quali l’economista Panu Poutvaara che in uno studio hanno avanzato l’idea di arruolare anche i migranti, magari in cambio dell’offerta di un percorso più rapido per ottenere la cittadinanza: non si tratta di un’idea nuova perché fu già proposta lo scorso anno Ministro della Difesa Boris Pistorius, anche se poi fu accantonata e oggi è stata sostituita con una strenua battaglia contro l’immigrazione clandestina promossa dallo stesso cancelliere Merz.