Giampiero Mughini, a La Volta Buona, replica alle falsità scritte sul suo conto nel merito della malattia: “Titoli che non rispecchiano le mie parole”.
Dal giornalismo alla scrittura, dalla tv alla cultura in generale; Giampiero Mughini non necessita di presentazioni, la sua caratura professionale parla per lui. Eppure, a dispetto dei bagliori del suo pensiero critico che ha fatto scuola soprattutto sul piccolo schermo, negli ultimi anni ha dovuto subire una sorta di ‘ostracismo’ dal mezzo televisivo. Tutta colpa di bugie e falsità sulle sue condizioni di salute: “I titoli degli ultimi tempi? Li hanno messi loro, non sono le parole che ho usato io”.
Giampiero Mughini – ospite a La Volta Buona – parte proprio dalla malattia, smentendo in maniera categorica delle voci assurde sulla malattia. “Qualche giornale ha scritto addirittura che ho 3 tumori, in televisione avranno pensato: ‘Questo ci muore in diretta’, per un anno e mezzo non mi ha più chiamato nessuno”. Parole forti quelle del giornalista e scrittore che ha poi spiegato: “I libri con tutto questo non c’entrano niente; la collezione delle prime edizioni della letteratura italiana è stata una delle grandi cose della mia vita. Siccome è esaurita, mi mancano 3 o 4 pezzi che non troverò mai, ho pensato che fosse cosa buona ergere un piccolo monumento a questa collezione sotto forma di catalogo che ho affidato ad una libreria di Milano”. Archivia così Giampiero Mughini anche le voci – a quanto pare infondate – sulla vendita dei libri per ovviare a ristrettezze economiche o alle cure per la malattia. “Tutte fesserie sui giornali”.
Giampiero Mughini a La Volta Buona: “La malattia? Ora sto meglio, una patologia rarissima…”
Giampiero Mughini – proseguendo nell’intervista a La Volta Buona – ha dunque chiarito la realtà della malattia che ha vissuto nell’ultimo periodo raccontando anche delle sue attuali condizioni. “Sono stato malaccio perchè ho beccato una malattia rarissima la cui funzione è quella di buttarti giù; oggi mi sono abbastanza ripreso, non sono un relitto; bensì un essere umano”. Grande eleganza come sempre quando, sul finale di intervista, viene incalzato su un possibile messaggio da mandare a chi non lo ha degnato di un solo messaggio, tra amici e colleghi: “Cosa voglio dire a chi è sparito? Nulla, mi basta pensarla”.