Giampiero Mughini, noto giornalista e opinionista televisivo, è intervenuto in queste ore sulle colonne di “Dagospia” per dire la sua sulla questione Coronavirus, evitando, come di consueto, l’utilizzo di troppi filtri sui suoi pensieri. “Estraggo la pistola se qualcuno in mia presenza dice che ‘dopo’ la tregenda saremo migliori – esordisce nel suo scritto Mughini –. Del resto, lo hanno già detto Michel Houellebecq e Massimo Cacciari che il peggio viene adesso, e ci mancherebbe altro con un probabile 150% e passa di debito pubblico rispetto al 133% dell’altro ieri e con milioni di cittadini che non ce la faranno ad arrivare a fine mese”. Una situazione drammatica anche in altri Paesi, fra i quali va annoverato il Regno Unito, ove tre ristoranti su quattro non riapriranno a causa dell’impossibilità di convivenza della loro attività con il Covid-19 e con le norme di sicurezza da garantire nei propri locali. Idem per alcuni imprenditori italiani: “Leggo che il ristorante ‘Mastino’ di Fregene caro a Federico Fellini non ce la fa più, o meglio, che è un miracolo che ce la faccia ancor. Di certo non dipende da un eventuale aiuto dello Stato. Vale per loro come per i parrucchieri, le librerie, gli stadi dello sport (un’industria non certo minore), e non sappiamo fino a quando”.
GIAMPIERO MUGHINI CHOC: “ANDREMO SOLAMENTE A PEGGIORARE”
L’opinione di Giampiero Mughini sulle colonne di “Dagospia” si è ulteriormente aggravata con lo scorrere delle righe. Secondo il giornalista, le cose andranno solo a peggiorare, e non perché aumenterà la dose di fascismo quotidiano, come scrivono “i cretini antifascisti”: semplicemente sarà tutto più stretto, più povero, meno proteso all’invenzione e al commercio, le due divinità che hanno reso l’Italia “migliore di quella che Gian Enrico Stella dipinge oggi sul ‘Corriere’ ai tempi del Piano Marshall, quando una famiglia su quattro viveva in tuguri”. Intanto, la fogna a cielo aperto del web (così l’ha definita lo stesso Mughini) detta l’agenda sentimentale del nostro Paese. “Non soltanto il web, tutta l’agenda massmediatica: ci avreste mai creduto che un magistrato del Consiglio superiore della magistratura (Di Matteo) scegliesse un’aula massmediatica (televisiva), dove contano le urla e non i ragionamenti (questi mai), a denunciare un ministro della Repubblica (Bonafede) di qualcosa che fosse vera meriterebbe la fucilazione, ossia di essersi piegato ai voleri dei boss mafiosi? Cialtroni, cialtroni, cialtroni. Figli come siamo tutti dell’era del Coronavirus e dell’imbecillità di massa”.