Si dice assolutamente contrario al reddito di cittadinanza Gian Luca Brambilla. Il noto imprenditore monzese è stato intervistato stamane da Omnibus, in diretta tv su La7, e nell’occasione ha parlato così della misura fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle: “E’ una norma insostenibile dal punto di vista etico e morale, non ha senso che ci siano persone che possono stare a casa e godere di un vitalizio, perchè tale sarà, che gli permetta di non lavorare addirittura in giovane età e a cercarsi un lavoro, rispetto a coloro che vanno a lavorare, lei capisce che se c’è un dipendente che prende 1.000/1.110 euro al mese e ha il vicino di casa che sta a casa con 850 senza fare niente…”.
“Deve essere una norma per coloro che soffrono di invalidità, situazioni famigliari drammatiche – ha proseguito Brambilla – coloro a cui è impossibile avere una vita lavorativa, tutto il resto non ha alcun significato poi anche nel caso di politiche attive funzionanti, vi posso garantire che molti di quei percettori del reddito di cittadinanza non verrebbero confermati dalle aziende perchè spesso, diciamocelo fuori dai denti, sono dei lazzaroni cronici che voglia di lavorare non ne hanno, e sui quali bisognerebbe intervenire in un modo completamente diverso”. Sulla mancanza di determinate figure lavorative, Brambilla spiega: “Le scuole tecniche non formano nessuno, escono spesso analfabeti professionali a 18 anni incredibili, c’è poi il problema del cuneo fiscale che pesa tantissimo, e poi il reddito di cittadinanza sconvolge il tutto, deforma la realtà e fa capire alle persone ma chi te lo fa fare di darti da fare tanto i soldi li prendi lo stesso. Il risultato della mancanza di personale, che è ormai sta diventando un dato cronico… secondo me ci sono professioni e attività che dovrebbero godere di privilegi fiscali, come ad esempio il panettiere, diamogli un’indennità a carico della società, togliendo i soldi dal reddito di cittadinanza”.
BRAMBILLA: “QUOTA 100? NON SONO D’ACCORDO CON SALVINI, I SOLDI…”
Brambilla non si dice d’accordo anche su Quota 100, la recente riforma delle pensioni voluta fortemente dalla Lega: “Su Quota 100 non sono d’accordo con Salvini, posso capire che ci debba essere una norma di gradualità perchè un salto di 5 anni è davvero notevole, ma mi permetta di dire, bisognerebbe andare a rivedere le pensioni di coloro che sono già in pensione, specialmente quelli che sono andati in pensione dopo 15 anni sei mesi e un giorno di lavoro, quelli che son andati con certi scivoli che sono durati dieci anni, quelli che hanno passato una vita in cassa integrazione e poi sono andati in pensione. Le risorse dovremmo prenderle anche da questi privilegiati, lo scontro generazionale sarà drammatico, oggi ce la caviamo ma fra qualche anno i giovani presenteranno il conte su questa ingiustizia storica”.