Gianmarco Tamberi oggi a <em>Verissimo</em>. L'atleta si racconta dall'infortunio alla medaglia alle Olimpiadi di Tokyo 2020 alla vita privata e l'amore per la fidanzata Chiara Bontempi
Quello che aveva preparato e sembrava alla sua portata non c’era più. “Ho vissuto un momento terribile, l’ho vissuto piangendo e facendomi domande a cui ho trovato poche risposte”, ha raccontato Gianmarco Tamberi. Ha fatto anche fatica per tornare ad essere il migliore. “Sono stati cinque anni terribili, mi sentivo frustrato”. (agg. di Silvana Palazzo)
Gianmarco Tamberi: dall’infortunio alla rinascita
Gianmarco Tamberi è uno degli ospiti della puntata di oggi di Verissimo, il talk show del sabato pomeriggio di Canale 5 in cui si racconterà tra lavoro e vita privata. Più che ‘lavoro’, però, lo sport rappresenta per lui una grande passione, un vero e proprio ‘amore’ che coltiva di pari passo rispetto a quello per la sua fidanzata Chiara Bontempi, che l’ha sostenuto in tutto il percorso. Alle scorse Olimpiadi di Tokyo, Gianmarco ha ottenuto una medaglia d’oro nel salto in alto, traguardo conquistato con fatica ‘fisica’ e ‘mentale’ dopo l’infortunio che lo fermò a Rio 2016.
Gianmarco conserva ancora quel gesso che fu costretto a portare alla gamba sinistra. “Road to Tokyo 2020”, si legge sopra al bendaggio, con una piccola correzione fatta col pennarello rosso: non più “2020” ma “2021”. A scriverlo è stata proprio Chiara, che presto – tra l’altro – diventerà sua moglie.
Gianmarco Tamberi racconta il suo trionfo a Tokyo 2020
Gianmarco Tamberi aspettava Tokyo da cinque anni: “In modo ossessivo”, si legge in una sua intervista del 9 agosto al Corriere della Sera. “Dal 2016 un’operazione dopo l’altra, la paura di non tornare quello di prima, il terrore quando affrontavo un giornalista perché io non so mentire e parlare di un futuro ignoto a me stesso mi terrorizzava”. Eppure alla fine ce l’ha fatta: con Barshim, il suo avversario di Tokyo, è tornato a duellare a quote vertiginose. Si parla di 2 metri e 39, “eppure mi sembrava di saltare 1 metro e 80”, sostiene lui.
“Mi sono chiesto – prosegue – come non riuscissi a superare una misura così bassa. Quando immagino le quote a cui salto proiettate su un palazzo o un albero sono terrorizzato. In pedana tutto si ridimensiona e la paura scompare”. L’Italia ha tifato compatta per lui, arrivando a esultare agli errori dei suoi sfidanti. Una cosa che comunque a Gianmarco non è piaciuta: “Esulto per i miei tentativi riusciti, mai per gli errori altrui. Quando assisti a una eliminazione sai bene il dolore che si prova”. E questa sensibilità gli fa onore.
