Giorgio J. Squarcia è il re incontrastato degli scherzi televisivi. Da due anni a questa parte, mette la sua mente diabolica al servizio del programma “Le Iene”, per il quale realizza “praticamente dei film, lunghi anche 30 minuti”. Non c’è vip che non lo conosca, non c’è vip che non lo tema, tanto che lui è persino arrivato a pubblicare alcune foto ritraenti i suoi finti spostamenti nel mondo, per fare credere alle sue prossime vittime di essere lontano migliaia di chilometri da loro. Intervistato da “Il Giornale”, l’uomo ha fornito alcune anticipazioni sulla nuova edizione della trasmissione, in onda a partire da metà febbraio su Italia Uno. “Lo scherzo più divertente che abbiamo ideato è senza dubbio quello che abbiamo fatto a Leonardo Bonucci. Da restare a bocca aperta. Lo abbiamo convinto che la casa da lui appena acquistata, una dimora dell’Ottocento, fosse infestata da un fantasma e che, addirittura, si fosse invaghito della moglie… Alla fine lui era pure geloso!”. Ma come ha scoperto il punto debole del difensore della Juventus e della Nazionale italiana? “Leonardo è sempre stato attratto dalle tematiche del soprannaturale. Ce lo ha raccontato la moglie, che è stata nostra complice. Lei lo ha convinto che ci fossero strani rumori in casa… Alla fine il calciatore girava proprio con uno strumento acchiappafantasmi: si è messo pure a parlare con le immagini dello spirito, false ovviamente”.
GIORGIO J. SQUARCIA, AUTORE SCHERZI LE IENE: “QUANDO FABIO CANNAVARO CI DISTRUSSE L’ATTREZZATURA…”
Giorgio J. Squarcia, l’autore degli scherzi televisivi realizzati da “Le Iene”, ha raccontato a “Il Giornale” di aver vissuto anche alcuni momenti di difficoltà durante le riprese. “Per esempio quando convincemmo Fabio Cannavaro che sua figlia si fosse fidanzata con un giovane camorrista. A un certo punto gli facemmo sapere che dei ragazzi amici del delinquente gli stavano distruggendo casa e buttando la Coppa del Mondo in piscina. Lui si precipitò a casa, dando in escandescenze con i suoi ospiti…”. A quel punto, la troupe decise di intervenire per evitare la rissa e placare gli animi: “Ma lui non si calmò, ci distrusse tutte le telecamere… Quella volta ho capito una cosa: le mogli non conoscono bene i mariti. Lei mi aveva assicurato che Fabio è uno che non si arrabbia mai, invece… Comunque, non possiamo mandare in onda lo scherzo perché lui non vuole e, comunque, ci ha distrutto tutto il girato”. Fra le situazioni più divertenti ed esilaranti, spiccano invece “il principio di soffocamento di Tinto Brass sotto un enorme sedere che gli avevamo fatto cadere sulla testa e il momento in cui abbiamo fatto credere a Fortunato Cerlino, il Pietro Savastano di Gomorra, che la ragazza che stava seduta di fronte a lui in treno era stata rapita da un pappone (che dormiva seduto accanto) per portarla in Svizzera a fare la prostituta e gli chiedeva aiuto perché desse un peluche a suo figlio rimasto in Italia…”.
GIORGIO J. SQUARCIA, AUTORE SCHERZI LE IENE: “PAOLO BROSIO NON CI HA FIRMATO LA LIBERATORIA, C’ERA UNA DONNA NUDA NEL SUO LETTO…”
Giorgio J. Squarcia, l’autore degli scherzi de “Le Iene”, si è poi soffermato su alcuni casi di vip che si sono rifiutati di sottoscrivere la liberatoria per la messa in onda delle immagini. Fra di loro, vi è anche Paolo Brosio, di cui si conosce la fervente fede. “Quest’estate, a Pontremoli, si trovava in un monastero – ha spiegato Squarcia a ‘Il Giornale’ – e la sua (ora ex) amica Giorgia Venturini (l’opinionista di ‘Tiki Taka’) si è infilata nuda nel letto della sua celletta… Poco dopo è entrato un frate, il quale, scoprendoli così, li ha costretti ad andare a pregare in una cappella lì vicino. Paolo si è arrabbiato veramente tanto e ha chiesto a Mediaset di sequestrare tutto il materiale. Lo stesso è accaduto con Carlo Rossella, che ha telefonato addirittura a Berlusconi per chiedere la mia testa: gli avevamo fatto credere che il tassista che lo aveva casualmente raccolto era il marito abbandonato dalla moglie su suo consiglio in una risposta a una lettera della posta del cuore… Il tassista lo aveva portato in una cascina abbandonata per costringerlo sotto minaccia a scrivere a sua moglie che si era sbagliato”.