Giovanni Falcone e l'omicidio di Piersanti Mattarella: la tesi investigativa dell'accordo tra mafia e neofascisti nell'agenda del 1989

GLI APPUNTI DI GIOVANNI FALCONE SUL DELITTO MATTARELLA

Dalla tesi sull’accordo tra mafia e neofascisti agli appunti sull’indagine sul tesoriere di Riina: sono alcuni dei contenuti dell’agenda di Giovanni Falcone, ucciso 33 anni fa nella strage di Capaci. Quell’agenda dell’89 è un documento importante che il nipote del magistrato, Vincenzo Di Fresco, ha deciso di mostrare per la prima volta, per il valore umano e professionale che rappresenta. Infatti, l’agenda è esposta al Museo del Presente, a Rende.



Quelle annotazioni raccontano la frenesia delle giornate di Giovanni Falcone tra interrogatori, incontri, inchieste e viaggi, ma anche due grandi inchieste incompiute: l’omicidio di Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, che è ancora senza colpevoli accertati; il caso di Vito Roberto Palazzolo, che Falcone aveva inseguito per anni tra Sicilia, Svizzera e Sudafrica, perché riciclava soldi della mafia e tuttora, come riportato da Repubblica, gestisce un patrimonio non sequestrato.



I CONTATTI CON SERGIO MATTARELLA

Per quanto riguarda il delitto Mattarella, sospettava il coinvolgimento dell’estrema destra. Giovanni Falcone interrogò Alberto Stefano Volo, un preside estremista di destra che sosteneva di aver appreso del coinvolgimento del terrorista nero Giusva Fioravanti. Da quell’agenda si apprende che Falcone era prossimo a ufficializzare la collaborazione con Volo e che, anche il giorno successivo a Ferragosto, continuava a lavorare alle dichiarazioni del preside.

Quella del magistrato era una corsa alla ricerca della verità, di cui teneva informato Sergio Mattarella. Lo spiega il nipote di Giovanni Falcone, mostrando altre pagine di quell’agenda. Con quei contatti, probabilmente, voleva aggiornare la famiglia Mattarella riguardo agli sviluppi delle indagini. “Un gesto di grande attenzione e sensibilità, che racconta il rigore del magistrato, la sensibilità dell’uomo“, spiega Vincenzo Di Fresco, come riportato da Repubblica.



LE CONNESSIONI OSCURE

In quelle carte ci sono altre connessioni oscure: ad esempio, indagò sul terrorista nero Pierluigi Concutelli, perché sospettava un legame mafia-estrema destra per l’omicidio Mattarella. L’ipotesi era che Cosa Nostra avesse aiutato i “neri” a far evadere Concutelli dall’Ucciardone, in cambio dell’omicidio di Piersanti Mattarella. Ma quella tesi investigativa si infranse in tribunale, dove vennero assolti Giusva Fioravanti e Gilberto Cavallini. Ma indagò anche sulla massoneria, in relazione all’omicidio dell’ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco.