Dibattito in tv tra il giornalista Alessandro Giuli e la professoressa Rosi Braidotti (filosofa presso l’università di Utrecht): è accaduto nel corso della serata di venerdì 9 settembre 2022 e il ring sul quale si sono scontrati a distanza (la docente era in collegamento audiovisivo, ndr) è stato quello di “Otto e Mezzo”, trasmissione in onda su La 7 e condotta da Lilli Gruber. Tutto ha avuto inizio con la censura da parte di Fratelli d’Italia nei confronti della Rai, impedendo la messa in onda di una puntata del cartone animato della serie “Peppa Pig” nella quale la celebre maialina aveva due mamme come genitori.
Braidotti, con Giuli che ha ascoltato con attenzione il suo intervento, ha detto: “Giorgia Meloni conduce una campagna identitaria, scontrandosi sul terreno delle idee diverse sulla famiglia, sulla sessualità e il genere. Quelli di Destra si sono inventati le guerre culturali contro il femminismo e il movimento LGBT, per prendere a botte l’opposizione femminista di Sinistra, ma anche per nascondere la pochezza dei loro programmi. Madre, donna, italiana, cristiana e patriottica: questa è la Meloni”.
GIULI VS BRAIDOTTI: “POSSO SPERARE CHE I MIEI FIGLI A SCUOLA NON ABBIANO DEI CORSI DI EDUCAZIONE GENDER?”
Nel prosieguo del programma, Braidotti ha detto a Giuli che “solo un terzo delle famiglie italiane corrisponde alla famiglia tradizionale, tutto il resto è un arcobaleno di alternative. Inoltre, né la Meloni né i suoi alleati hanno quel tipo di famiglia e hanno praticato un modello di famiglia completamente alternativo. Predicano modelli che non praticano. O sono ipocriti patentati o ritengono gli italiani deficienti”.
Giuli, a quel punto, ha replicato alla professoressa Braidotti: “Posso sperare che in Italia la famiglia possa ancora essere maschio, femmina e figli? Se poi bianchi neri o gialli non mi interessa! Posso io dire lunga vita a Peppa Pig e sperare che i miei figli a scuola non abbiano dei corsi di educazione gender, ma che sia io a raccontare liberamente loro come funziona?”. L’esperta gli ha risposto così: “Un bambino avrà il diritto di avere un cartone animato che rappresenta la sua realtà?”.