Padre Cionfoli rivela retroscena inediti sul Festival di Sanremo del 1982 a cui partecipò col brano “Solo grazie”. Lo fa a Dagospia, raccontando la sua amarezza per l’epilogo. Dopo la sua esibizione, infatti, andò a dormire col suo accompagnatore, che poi sarebbe diventato suo suocero. Non aspettarono neppure che finisse la serata. «Nel bel mezzo della notte viene a svegliarci di soprassalto Amedeo, un collaboratore della CM di Bari, la piccola casa discografica con cui avevo il contratto per comunicarmi che proprio io avevo vinto il Festival di Sanremo». Gli disse di vestirsi nello stesso modo in cui si era esibito sul palco e di andare all’Ariston, dove ci sarebbe stata la sua proclamazione. «Poco prima di arrivare a destinazione mi comunicarono che il vincitore non sarei stato più io ma Riccardo Fogli, mi sono classificato al quarto posto, nemmeno sul podio». Giuseppe Cionfoli, il frate francescano che lasciò il convento per proseguire la carriera di cantante, ci rimase molto male.
GIUSEPPE CIONFOLI E LE “OMBRE” SUL FESTIVAL DI SANREMO DELL’82
Ma cosa andò male per Padre Cionfoli a tal punto da veder sfumare una vittoria che sembrava ormai in pugno? «Mi dissero che per le giurie avevo vinto io ma poi il mio discografico di allora, tale Pasquale Cavalieri, barattò la mia vittoria per spianarsi la strada per il Festival dell’anno successivo». A Dagospia ha dunque raccontato che il discografico avrebbe scambiato la sua vittoria in cambio della garanzia di portare altri cantanti l’anno dopo. «Non ho mai voluto approfondire la vicenda o fare denunce». Ma ne parla dopo ben 38 anni di silenzio. «Sono arrabbiato con Sanremo e con la mafia delle case discografiche e quindi ho voluto togliermi questo macigno dalla scarpa per far sì che la gente sappia cosa c’è dietro a questa kermesse canora». Ma Fra’ Cionfoli non crede che sia casuale anche il fatto che ogni anno vengono scartate sue canzoni. Anche sull’iter comunque ha delle perplessità: «Ora è tutto all’acqua di rose, è solo business, solo accordi tra case discografiche ed addetti ai lavori».