La delusione serpeggiava ormai da mesi tra gli addetti ai lavori: dov’è la famosa riforma della giustizia tante volte preannunciata dal Governo e dal ministro Nordio?
Ma cosa si intende con “riforma della giustizia”? La vera riforma l’hanno realizzata il Governo Draghi e il ministro Cartabia. Sia il codice di procedura civile che quello di procedura penale, grazie al lavoro, non lo si dimentichi, dei giuristi più insigni del nostro Paese (e dei soldi del PNRR), sono stati profondamente modificati per garantire processi più rapidi grazie anche al massiccio impiego delle nuove tecnologie. Anche il codice penale è stato rinnovato con l’introduzione di nuove pene alternative al carcere con lo scopo, quindi, anche di combattere il sovraffollamento dei penitenziari. È stato introdotto l’istituto della giustizia riparativa che, quando sarà pienamente operativa, contribuirà a svelenire i rapporti conflittuali tra le parti processuali. Anche il diritto di famiglia e il Tribunale per i minorenni stanno subendo cambiamenti assai rilevanti con la creazione del nuovo Tribunale unico per le persone, le famiglie e i minori che punta ad unificare e razionalizzare le competenze in un settore, quello minorile, di enorme rilevanza per le implicazioni etiche e sociali che lo caratterizzano. Il governo Draghi era intervenuto pesantemente anche sull’ordinamento giudiziario (valutazioni di professionalità dei magistrati, partecipazione degli avvocati ai consigli giudiziari, ecc.).
Non si può non rilevare che l’attuazione di tutte queste novità sta incontrando notevoli difficoltà applicative, che inducono molti a rimpiangere il passato (si pensi al processo telematico, reso di difficilissima realizzazione per l’assenza di adeguati supporti tecnologici e che fa rimpiangere a molti i vecchi fascicoli cartacei). Ma il riscontro sul buon esito di queste innovazioni potrà essere verificato solo tra qualche anno, quando le problematiche oggi rilevate e tipiche di ogni intervento innovativo saranno state risolte.
Queste le rilevanti innovazioni introdotte dalla riforma Cartabia. Da parte del nuovo Governo, al contrario, fino ad oggi poco era stato fatto rispetto alle aspettative e ai roboanti proclami di inizio mandato. Criticabili alcuni interventi (introduzione di nuovi reati e aggravamento delle pene per alcune ipotesi delittuose), apprezzabili altri (abrogazione abuso di ufficio, contenimento uso intercettazioni), inadeguati o addirittura inesistenti le iniziative per far fronte al sovraffollamento carcerario.
Ma il bilancio tutto sommato ad oggi deludente della politica del Governo Meloni in tema di giustizia diverrebbe improvvisamente positivo se dovesse essere approvato il neonato disegno di legge costituzionale in tema di separazione delle carriere dei magistrati, in quanto finalmente si riporterebbe il processo penale sui binari di un leale confronto tra accusa e difesa di fronte ad un giudice terzo. Sarebbe un cambiamento epocale e, se la legge verrà in fine approvata, il Governo Meloni potrà legittimamente vantarsi di aver realmente contribuito a realizzare la riforma della giustizia nel nostro Paese.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.