Per l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, il glifosato, erbicida non presenta una “zona critica di preoccupazione”, dunque non dovrebbe essere considerato pericoloso in tutti i suoi usi. Giovedì 6 luglio, l’Autorità ha consegnato le conclusioni del parere scientifico che sarà pubblicato a fine luglio. Le conclusioni sono in linea con quelle dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), che a giugno 2022 ha emesso una simile sentenza. Le due agenzie dell’Unione europea hanno stabilito che la valutazione scientifica del rischio dell’erbicida più utilizzato al mondo “non abbia soddisfatto i criteri scientifici per essere classificata come sostanza cancerogena, mutagena o tossica per la riproduzione”, tra il disappunto delle associazioni ambientaliste.
I pareri valgono come base scientifica per la decisione politica di rinnovare o meno l’autorizzazione all’uso della sostanza per i prossimi quindici anni. Come riporta La Croix. La Commissione europea dovrà ora presentare una proposta di rinnovo, che sarà sottoposta al voto degli Stati membri entro metà dicembre, data in cui scade l’attuale autorizzazione all’immissione in commercio.
Le carenze dello studio
Nonostante la sentenza dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, l’EFSA ha parlato di “lacune in alcuni dati” che la Commissione europea e gli Stati membri dovranno considerare nella fase successiva della procedura di rinnovo dell’autorizzazione. Tra le lacune ci sono i dati relativi alla valutazione dei rischi alimentari per i consumatori o per le piante acquatiche. Riguardo i rischi alimentari, invece, le carenze riguardano “la quantità di residui di glifosato nelle colture a rotazione come carote, lattuga e grano”. L’autorità chiarisce: “Tuttavia, non si prevede che ciò comporterà un aumento dei rischi alimentari per i consumatori”.
Trentatré organizzazioni, tra cui Future Generations, Greenpeace e France Nature Environnement, hanno chiesto alla Francia di prendere posizione contro un rinnovo, criticando il modo in cui viene effettuata la valutazione scientifica del rischio. Per rinnovare l’autorizzazione, i produttori forniscono gli studi scientifici pertinenti. Secondo uno studio pubblicato nel maggio 2020 dai ricercatori dell’Università di Louvain e Inrae, la Francia rimane il principale utilizzatore europeo di questo erbicida. Consuma il 19% del glifosato spruzzato nell’Unione Europea davanti a Polonia (14%), Germania (10%) e Italia (8%).