I tre elogi del Commissario ONU Grandi all'Italia su Lampedusa, Piano Mattei e Decreto Flussi: “serve piano migranti dall'Europa, Roma da sola non può”
IL PRESSING ONU SULL’UNIONE EUROPEA: “IL PIANO MATTEI ITALIANO DIVENTI EUROPEO, ROMA NON PUÒ DA SOLA”
Non sarà il tema centrale in questo periodo molto complesso tra dazi, guerra in Ucraina e crisi in Medio Oriente, ma le tensioni sempre più crescenti in Libia e nel resto del Nord Africa mettono a serio rischio la tenuta delle politiche migratorie dell’intera Europa, non solo dell’Italia (dove pure sono cresciuti in pochi giorni gli arrivi di migranti irregolari a Lampedusa). Raggiunto dal “Corriere della Sera” durante la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a Roma – dopo aver incontrato il Presidente Mattarella – ha parlato Filippo Grandi, Alto Commissario dell’ONU per i rifugiati (UNHCR).
E lo fa pressando le istituzioni europee per aver fatto praticamente nulla in passato, e ancora troppo poco ora, sul fronte migrazioni dal Mediterraneo: per questo occorre invertire subito la rotta, sia per evitare nuovi morti in mare (500 nel solo 2025, numero in diminuzione rispetto all’ultimo decennio ma comunque ancora altissimo) e sia per proteggere le nazioni europee che non possono sopportare eccessivi arrivi, con enormi problemi di integrazione e gestione sociale.
«L’Europa investe sui controlli ma questo non può stabilizzare i flussi», spiega il Commissario Grandi, chiedendo invece che si possa andare ad affrontare il problema “a valle”, ovvero con migliore accoglienza ed integrazione. Ma è utile anche lavorare sui vari investimenti lungo la “rotta” – cioè nel nord dell’Africa o in Medio Oriente – per poter concedere ai vari rifugiati in fuga da teatri di guerra insensati nel centro del Continente Nero, uno sbocco positivo e speranzoso. È questa l’intuizione intelligente del Piano Mattei messo in campo dal Governo Meloni, sottolinea Filippo Grandi, il quale spinge però l’UE per fare molto di più, «il piano diventi europeo, Roma da sola non può fare la differenza».
DALL’ELOGIO SU LAMPEDUSA ALL’ALLARME IN LIBIA: COSA HA DETTO IL COMMISSARIO GRANDI
I numeri sulle rotte migratorie sono cresciute nelle ultime settimane, contemporaneamente (e non è un caso) con la crisi crescente in Libia, con le proteste contro il Governo di unità nazionale a Tripoli e con la spinta del generale Haftar per provare il “golpe” interno alla Cirenaica. Come spiega ancora Grandi al “Corriere”, la Libia è sempre più instabile e l’equilibrio con le varie tribù “uscite” dalla dittatura Gheddafi è ormai sempre più fragile: per questo aumenta l’apprensione intenzionale, così come il destino dei rifugiati in fuga verso quella rotta.
Per il Commissario UNHCR lo scenario nel Nord Africa non è ancora allarmante ma è certamente molto critico: il potere si disgrega, le popolazioni locali e in fuga da altre nazioni in guerra (Sudan su tutti, ndr) sono sempre più in difficoltà e anche i respingimenti si fanno più frequenti, tanto in Libia quanto in Algeria. È un sistema quello delle migrazioni che sembra sempre più spinto verso l’implosione, ed è per questo che occorre quanto prima prendere decisioni pragmatiche e rapide: «da come gestiremo la migrazione economica dipende la possibilità di salvare il sistema del diritto d’asilo che è ancora necessario».
Sicuramente bisogna evitare i tagli sugli aiuti internazionali, ma al contempo serve differenziare tra migranti economici e rifugiati a tutti gli effetti: per aiutare a distinguere chi ha bisogno da chi spesso abusa del sistema d’asilo, conclude Filippo Grandi, serve lavorare sul fronte migratorio come giustamente ha fatto il Governo italiano con l’aumento dei numeri ogni anno per il Decreto Flussi (anche se ovviamente i numeri vanno migliorati ulteriormente). Il terzo “elogio” di Grandi al lavoro dell’Italia riguarda il sistema di accoglienza a Lampedusa, ora gestito direttamente «e positivamente» dalla Croce Rossa Italiana, «è un modello di umanità riconosciuto anche a livello internazionale».