È da mesi che il Mar Egeo sta diventando una nuova area calda, da quando cioè i turchi hanno lanciato una offensiva per mettere le mani sui ricchi giacimenti di gas fino a oggi appannaggio della Grecia e delle compagnie francese e italiana Total ed Eni. Ankara accampa diritti, anche se è vero, come è stato detto in questa intervista, che le vere aree di proprietà nel Mar Egeo non sono mai state definite in modo effettivo. Adesso arriva da Erdogan una sorta di ultimatum alla Grecia: “La Turchia è determinata a fare tutto ciò che serve per ottenere il riconoscimento dei propri diritti nell’Egeo, nel Mar Nero e nel Mediterraneo”. Il tutto mentre Francia, Grecia, Cipro e Italia stanno effettuando esercitazioni militari navali proprio nell’Egeo. Ma non solo: sei caccia F-16 dell’aeronautica greca hanno raggiunto Cipro per unirsi alle esercitazioni in manovra con i Rafale dell’aviazione di Parigi. I caccia avrebbero eluso i controlli turchi nella parte nord di Cipro, tanto che gli aerei di Ankara avrebbero poi provato ad ostacolare i mezzi ellenici con una azione di disturbo. Un vero e proprio clima di guerra. “Erdogan anche questa volta cerca di infilarsi in situazioni poco chiare, là dove vede che non esistono leggi o prese di posizione precise” spiega il generale Giuseppe Morabito, membro fondatore dell’Institute for Global Security and Defense Affairs (Igsda) e membro del Collegio dei direttori della Nato Defense College Foundation. “Ma è chiaro – aggiunge – che i paesi occidentali dovrebbero schierarsi con la Grecia. Soprattutto il nostro ministro degli Esteri dovrebbe esprimersi più chiaramente. La Grecia è la culla della democrazia, la Turchia il paese meno democratico del Mediterraneo, non c’è dubbio da che parte dobbiamo stare”.
Per quanto Erdogan sia un dittatore dai comportamenti sgradevoli, è anche vero che l’Egeo è una zona dove non sono mai state chiarite in modo definitivo le aree di responsabilità.
È vero, la realtà dell’Egeo non è chiarissima, però ci sono leggi internazionali del mare che danno ragione alla Grecia.
In che senso?
Queste leggi dicono quali sono le aree di confine in un modo piuttosto chiaro, che ha sempre dato fastidio alla Turchia. Che la Grecia cioè potesse avere il controllo di queste isole e del mare circostante. C’è poi il vero problema, le royalties dei giacimenti energetici che sono in mano alla Total e quindi alla Francia.
Ma anche all’Eni…
Certamente.
In questi giorni si stanno svolgendo esercitazioni congiunte nell’Egeo tra Cipro, Francia, Grecia e Italia. Qualcuno le ha criticate dicendo che sono inopportune in questo momento. Lei che ne pensa?
Se permettiamo a Erdogan di fare quello che vuole, non finirà mai di accampare pretese. Personalmente penso sia positiva qualunque cosa venga fatta per emarginare le sue mire espansionistiche. Inoltre esercitazioni come queste vengono pianificate da mesi, è una pura coincidenza che capitino in un momento così teso. Le esercitazioni sono una forma di deterrenza, perché un paese Nato non può fare guerra a un altro paese Nato. Erdogan però sta portando la situazione alle estreme conseguenze.
Curiosamente, per ammissione degli stessi Stati Uniti, in questi giorni una nave da guerra americana ha affiancato navi turche che si stavano esercitando anche loro. Che cosa sta succedendo?
Ho parlato con fonti americane: è stata una pura coincidenza. Il cacciatorpediniere USS Winston Churchill ha incrociato due navi turche e come avviene tra imbarcazioni Nato si è affiancato a loro. Nessuna esercitazione congiunta americana-turca come invece ha dichiarato in modo propagandistico Erdogan.
Torniamo alle minacce del presidente turco. Si parla anche di Mar Nero…
Altra propaganda. Erdogan ormai fa e dice una serie di cose per le quali non è più credibile. Dice che è stato trovato gas nel Mar Nero, ma non è confermato. Nessuno ha avuto modo di vedere se è vero. Intanto le azioni delle compagnie di gas turche sono salite moltissimo. Sembra tutto strano, se non un espediente per speculare. Anche perché se avesse trovato fonti energetiche nel Mar Nero, perché insistere così nell’Egeo?
Di chi si sta approfittando Erdogan?
Erdogan si infila dove trova incapacità a reagire. Se non si è in grado di prendere una decisione, lui si butta.
C’è il rischio di un conflitto greco-turco come già successo in passato?
I greci non si fanno mettere i piedi in testa anche se hanno un esercito piccolo. La Grecia è la culla della democrazia, mentre lo Stato meno democratico del Mediterraneo è la Turchia. Sarebbe logico che i paesi occidentali si schierassero con la Grecia per far valere i valori della democrazia. Abbiamo già subìto l’offesa della moschea di Santa Sofia, non si può continuare a subire tutto.
L’Italia ha un ruolo importante nell’Egeo. Come dovremmo muoverci?
Il nostro ministro degli Esteri dovrebbe cominciare a fare il ministro e dichiararsi a sostegno della Grecia. C’è l’Eni di mezzo, non dobbiamo aspettare di venir presi a pesci in faccia come già successo in Libia.