L'appello dell'ARA di Guidesi a PPE e Von der Leyen per salvare l'automotive da "divieti stupidi e assist alla Cina. Si rischia la morte del settore”
NUOVO APPELLO DELL’ARA DI GUIDESI AI POPOLARI UE (E ALLA PRESIDENTE VON DER LEYEN): “SE SI AVANZA COSÌ L’AUTOMOTIVE SPARIRÀ”
Dopo essere stata tagliata fuori dal tavolo di discussione UE sull’automotive, l’ARA del Presidente Guido Guidesi rilancia un nuovo appello accorato al Partito Popolare Europeo e alla stessa Presidente della Commissione UE, Ursula Von der Leyen: il tema caro è quello dell’automotive, un settore chiave per lo sviluppo e la crescita competitiva del Vecchio Continente sempre più in crisi però da politiche industriali comunitarie indirizzate al “diktat” green.
Con una lunga nota l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, e da qualche mese anche presidente della rete politica Automotive Regione Alliance, fa sentire la propria voce dopo il «pessimo segnale» dell’esclusione dell’ARA dal tavolo per il futuro del settore convocato da Von der Leyen il prossimo 12 settembre 2025. «Il PPE è ora che agisca prima che si arrivi alla morte del settore»: Guidesi è molto netto e parla da Monza, nel tempio della velocità e della motoristica italiana ed europea.
I Popolari europei, guidati dal presidente Manfred Weber, in più occasioni negli ultimi mesi hanno giustamente rilevato diverse criticità circa gli obiettivi climatici e la mesa in crisi dell’automotive UE: per questo l’assessore spinge sul partito di cui pure lui non fa parte (Guidesi proviene dalla Lega che a Strasburgo milita nei Patrioti per l’Europa) per ottenere una “conversione” politica dell’intera maggioranza Von der Leyen.
LA SPINTA DEL PPE E LE CRITICHE AL GREEN NEW DEAL
Il documento pubblicato dal PPE proprio contro le politiche della Commissione Ue (guidata da Von der Leyen, proveniente anch’essa dai Popolari tedeschi) lo scorso marzo 2025, ma preparato a novembre del 2024, è un ottimo punto di partenza per provare a rivedere le norme che regolano ancora il settore automotive: il punto è avere il coraggio politico di prendere distanza dalle posizioni oltranziste di socialisti e Verdi che invece vorrebbero mantenere i cordoni principali del Green New Deal.
«Il PPE è ora che si dimostri coerente con il suo documento che ricalca le nostre posizioni», spinge ancora Guidesi nell’appello lanciato a Popolari e pure alla Presidente Von der Leyen, «serve cambiare radicalmente strada». La leader alla guida della Commissione Europea deve al più presto cambiare rotta, anche perché non si può stare fermi: «Basta con divieti stupidi», ma soprattutto non si può rimanere immobili davanti alla possibile «morte del più importante settore industriale d’Europa».
Alcune dichiarazioni negli scorsi mesi dello stesso leader PPE Weber, secondo il Presidente dell’ARA, sono importanti e portano alle stesse conclusioni delle Regioni europee su neutralità tecnologiche e sul fermare i «divieti stupidi»: ecco, afferma Guidesi, è ora che le parole diventino fatti specie davanti al prossimo tavolo del 12 settembre con tutti i principali capisaldi del settore.
IL TAVOLO DEL 12 SETTEMBRE E L’ERRORE DA NON RIPETERE CON LA CINA
«Mi aspetto che tutto l’automotive, dai costruttori alla componentistica fino ai territori, abbiano tutti un’unica voce» con l’obiettivo di salvare il settore: l’appello di Guido Guidesi è perentorio e da n.1 dell’ARA parla alla politica così come all’area tecnica del settore automobilistico. È infatti ora di finirla, conclude l’assessore, con «assist ai cinesi, cambiare serve a salvare la nostra industria ma anche i posti di lavoro»; solo in questo modo il futuro europeo, non solo dell’automotive, sarà migliorabile con le varie soluzioni della tecnologia che consente di unire innovazione e sostenibilità.
Lo ha dimostrato, se si vuole allargare l’orizzonte, anche l’ultima parata clamorosa organizzata dalla Cina negli scorsi giorni: un’opposizione chiara e netta all’Occidente per ricercare quell’ordine mondiale “nuovo” basata su valori del tutto alternativi a quelli della libertà e democrazia. La combo di tartassare un proprio asset fondamentale come l’automotive con in più la conseguenza diretta di avvantaggiare la “concorrenza” cinese non sembra uno dei piani più lungimiranti che si possa ipotizzare.
Da qui l’insistenza delle varie categorie del settore (finalmente “risvegliati” dopo anni di silenzio o accondiscendenza con le decisioni politiche che si prendevano a Bruxelles) e ovviamente della politica che non accetta e non condivide i diktat “green” sul settore auto. L’appello lanciato oggi dall’assessore Guidesi, tra l’altro alla vigilia del Gran Premio F1 di Monza, vuole porre al centro le istanze delle regioni motoristiche più importanti d’Europa.