I 2,3 miliardi di sterline della vendita del Chelsea, promessi alle vittime della guerra in Ucraina, sono nel limbo mentre l’Unione europea valuta come dovrebbero essere spesi. La cessione del club londinese da parte di Roman Abramovich risale al maggio del 2022 e l’oligarca russo ha subito messo in chiaro che avrebbe destinato il denaro per “tutte le vittime della guerra in Ucraina”.
Ma come riportato dal Telegraph l’enorme somma è ancora bloccata in un conto corrente. Uno dei fattori del ritardo è legato allo stallo tra Ue e governo britannico. Bruxelles insiste affinchè i soldi vengano spesi direttamente in Ucraina anziché per le persone colpite dal conflitto. La fondazione indipendente istituita per amministrare i fondi, istituita da Mike Penrose, ex amministratore delegato dell’Unicef UK, sembra non riuscire a spiegare perché il governo abbia preso questa posizione.
Uno stallo che fa discutere
Il primo ministro Sunak deve fare i conti con il pressing dei parlamentari per la risoluzione dell’impasse. Una fonte ha descritto l’attuale inerzia come “la politica che ostacola i bisogni umanitari urgenti”. Non è invece chiaro se Abramovich possa aver bisogno di essere coinvolto nel processo per sbloccare la situazione. L’acquisizione del Chelsea da parte del consorzio guidato dall’uomo d’affari statunitense Todd Boehly è avvenuta interamente all’interno della giurisdizione britannica lo scorso anno, ma il governo ha coinvolto l’UE nella firma della tanto attesa fondazione perché Abramovich ha ottenuto un passaporto portoghese nel 2021. Fonti vicine ai colloqui hanno affermato che le richieste dell’UE sono solo uno dei numerosi fattori che hanno impedito l’approvazione, e il Regno Unito sembra essere ora d’accordo sul fatto che i fondi dovrebbero essere spesi solo all’interno del paese devastato dalla guerra. La divergenza di opinioni sulle finalità del fondo sembra risalire a prima che la vendita del Chelsea fosse completata. Fonti vicine al processo hanno affermato che Abramovich aveva firmato un atto di impegno con il governo affermando che l’ente di beneficenza sarebbe stato per “l’Ucraina e le conseguenze dell’Ucraina”. Tuttavia, in una dichiarazione unilaterale relativa alla vendita del Chelsea nel maggio dello scorso anno, il governo ha affermato: “Il Tesoro rilascerà solo una licenza che garantisce che tali proventi siano utilizzati esclusivamente per scopi umanitari in Ucraina. Il Regno Unito lavorerà a stretto contatto con il governo portoghese e la Commissione europea quando esaminerà una domanda per tale licenza e la destinazione dei proventi”.