Dopo le polemiche e lo sciopero, governo e ANM si incontreranno il 5 marzo. Il viceministro Sisto: “Siamo disponibili al dialogo”
L’appuntamento è per il 5 marzo, quando il governo, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Guardasigilli Carlo Nordio, incontrerà una delegazione dell’Associazione nazionale magistrati (ANM), ora guidata dal procuratore aggiunto di Torino, Cesare Parodi. Dopo le polemiche, anche molto accese, sulla riforma della giustizia messa in atto dall’attuale esecutivo, le parti si incontrano per dare il via al tanto auspicato dialogo.
“C’è la massima disponibilità all’ascolto – dice Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia del governo Meloni – e questo è già un fatto molto positivo”. Sul tavolo ci sarà il tema della separazione delle carriere, ma soprattutto la riforma nel suo complesso, in attesa poi che gli elettori vengano chiamati a esprimersi con un referendum.
Viceministro, dopo le polemiche e lo sciopero, c’è la possibilità che con i magistrati si apra un confronto più sereno sui contenuti della riforma della giustizia?
Ci aspettiamo di poter dialogare il 5 marzo con l’ANM, siamo tutti in attesa di questo incontro, al quale il governo andrà con la massima disponibilità all’ascolto. Questo lo posso assicurare.
Ora che l’ANM ha un nuovo presidente, i rapporti sono cambiati? C’è un clima diverso?
Abbiamo dato la nostra disponibilità a incontrarci, come è giusto che sia, ognuno, naturalmente, con il suo ruolo e le sue prerogative: noi non possiamo diventare magistrati, i magistrati non possono diventare il Parlamento. Però è giusto che ci sia comunque un confronto.
Ma questo vuol dire che siete aperti anche a possibili modifiche in relazione alla separazione delle carriere?
Siamo aperti all’ascolto, al dialogo, questo è poco ma sicuro: questa è la scelta che abbiamo fatto. Ci si siederà intorno a un tavolo, si ascolterà e si vedrà. Non credo che si possa anticipare quello che accadrà.
Dipenderà dal tono e dalle richieste dei magistrati?
Dipenderà da tante cose. È già molto positivo che ci sia un incontro in cui ci si possa confrontare, si possa dialogare, si possano mettere sul tavolo le reciproche posizioni. A me sembra un fatto veramente positivo.
L’ordine del giorno quale sarà? Parlerete della riforma della giustizia in generale o, in particolare, della separazione delle carriere?
La battuta toccherà all’ANM, saranno loro a formulare osservazioni e richieste. Al tavolo ci sarà il governo, con la sicura presenza della presidente del Consiglio Meloni e del ministro Nordio. Il confronto, insomma, avverrà ai massimi livelli dell’esecutivo. L’aria che tira è quella, appunto, della disponibilità all’ascolto e al dialogo.
Insomma, lo scontro non paga.
Di scontri non ce n’è bisogno, non vanno bene. Chi paga il prezzo dello scontro sono solo i cittadini.
Temete la possibilità di dover affrontare un referendum?
Il referendum non deve far paura a nessuno, perché è l’esercizio della democrazia diretta, è il popolo sovrano che decide. Quindi, ben venga: nessuno può esservi ragionevolmente contrario. Il fatto che la decisione non sarà del Parlamento, ma del popolo, deve ulteriormente aiutare a superare ogni tensione.
Il governo si è posto delle scadenze per completare la riforma della giustizia?
Cercheremo di portarla a compimento prima possibile, nel senso che, se ci deve essere un referendum, quali che siano i contenuti, bisogna tenere conto che la legislatura ha una scadenza. Siamo di fronte a tempi che non sono lunghissimi. Questo provvedimento è nel nostro programma, dobbiamo portarlo in qualche modo a casa.
Una delle obiezioni che avanzano di solito i magistrati è che la separazione delle carriere porti alla possibile sottomissione all’esecutivo dei pubblici ministeri. È possibile che si vada in questa direzione?
Lo abbiamo detto più volte: tutto questo nella riforma non c’è. Vengono riaffermati, nell’articolo 104 della Costituzione, i valori fondanti dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura. Chi sostiene questa posizione sa bene, così, di dire una cosa non vera, di agitare un fantasma inesistente, semplicemente perché nel testo sulla separazione delle carriere non c’è scritto niente del genere. Anzi, si legge l’esatto contrario.
Oltre alla separazione delle carriere, ci sono altri step per completare la riforma?
Ritengo che l’incontro con l’ANM sarà dedicato solo alla riforma costituzionale già approvata dalla Camera: è già tanto.
(Paolo Rossetti)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
