Ilaria Capua: “Stime sul coronavirus tutte sbagliate”/ “C’è un mare di incertezza”
“Stime sul coronavirus tutte sbagliate”, così la virologa Ilaria Capua sull’emergenza sanitaria: “Il virus continuerà a circolare in maniera «visibile»”

«Le stime sul coronavirus tutte sbagliate»: così Ilaria Capua in un intervento pubblicato sul Corriere della Sera. La virologa ha fatto il punto sull’emergenza Covid-19 ed ha evidenziato come siano tantissime le cose che ancora non si sanno su questo virus: «Un mare di incertezza ci avvolge e ci disorienta. Non sappiamo neanche quanto l’infezione abbia circolato e si sia diffusa in Italia perché i campionamenti non sono rappresentativi e le procedure non armonizzate». Tra le poche certezze il fatto che distanziamento fisico e misure di igiene personale/pubblica aiutano ad appiattare la curva e dunque a ridurre il contagio. La virologa – che ha più volte affermato che il coronavirus non sparirà in estate – ha precisato che una curva più piatta «non significa blocco della diffusione virale, significa riduzione della circolazione virale, è chiaro che il virus continuerà a circolare in maniera «visibile» – ovvero provocando i casi clinici fino a quando non si stabilirà l’immunità di gregge, naturale o da vaccinazione».
ILARIA CAPUA: “VACCINO NON DISPONIBILE FINO A FINE ANNO”
Ilaria Capua ha confermato che il vaccino non sarà disponibile almeno fino alla fine dell’anno e dunque non è possibile prevedere se e quando gli italiani lo utilizzeranno. «Incertezza sull’incertezza», le parole della virologa, che ha aggiunto: «Ci aspetta una riflessione personale, di famiglia e di team di lavoro o di gruppo di svago. Ormai qui non è questione di goccioline o mascherine. È questione di adattare quello che sappiamo sulla prevenzione del Covid-19 alla nostra vita quotidiana per evitare di finire in ospedale noi stessi e fare in modo che non ci finiscano i nostri cari. Perché l’obiettivo prioritario del Paese deve essere quello di far tornare gli ospedali a regimi gestibili, e di recuperare l’arretrato». Infine, ha concluso: «Non possiamo permetterci un’altra catastrofe con le bare nelle palestre e i morti che non si riescono più a contare. Per forza di cose dovremo ripensare ai nostri regimi organizzativi ed intrattenitivi. Arriveranno grandi cambiamenti sul fronte lavoro che dobbiamo essere pronti ad accogliere con una mentalità nuova, diversa».
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