Ilaria Capua/ “Italia spaventata da coronavirus anche per la mala comunicazione”

- Carmine Massimo Balsamo

Ilaria Capua e la lotta contro il coronavirus: "Misure draconiane e antipatiche unico reale strumento per frenare il contagio".

ilaria capua coronavirus Ilaria Capua a Di Martedì

Italia zona protetta, la lotta contro il coronavirus procede senza sosta: la virologa Ilaria Capua ha fatto il punto della situazione sull’allarme Covid-19 ai microfoni di Di Martedì ed ha lanciato un importante messaggio ai patologi. Ospite di Giovanni Floris, la direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida ha spiegato: «Mi rivolgo ai patologi: dateci una risposta sui pazienti deceduti. Dopo la morte di una persona viene fatta una serie di esami, come quelli istologici: aspetto con grande il risultato di questi esami, che studiano la malattia del paziente, per capire se questo coronavirus è realmente un patogeno primario o un patogeno opportunista». La Capua ha evidenziato come l’Italia sia molto spaventata per l’emergenza: «Credo che questa situazione sia stata anche comunicata male: leggendo la stampa di altri Paesi, come quella inglese, la notizia viene riportata in tutt’altra maniera, anche dal punto di vista terminologico».

ILARIA CAPUA: “MISURE DRACONIANE NECESSARIE”

Per combattere il contagio l’Italia ha puntato su misure drastiche, così da cercare di rallentare l’epidemia: «Siamo di fronte ad una situazione di grande emergenza, trovo che mettere in atto misure draconiane e antipatiche sia l’unico reale strumento per frenare il contagio», ha spiegato Ilaria Capua a Di Martedì. La virologa ha poi aggiunto: «Questa situazione non la risolveranno i medici, ma le persone che devono essere parte della soluzione e non del problema». E ancora: «Il più grande punto interrogativo è il numero reale degli infetti: se c’è un morto su cento è un conto, un morto su un milione è un altro conto. Non sappiamo quanti sono, però l’evidenza degli studi sugli altri Paesi è che due terzi degli infetti sono asintomatici, quindi in Italia al momento sono sicuramente più di 10mila, magari 30mila o addirittura 100mila, non si sa»





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