Madonna di Trevignano, niente proroga indagini: inchiesta chiusa e per il legale di Gisella Cardia, sedicente veggente può evitare il processo. Ecco perché

Niente proroga alle indagini sulla Madonna di Trevignano: il gip ha respinto la richiesta della procura di Civitavecchia, per cui sono chiuse. Ora l’attenzione si sposta sulla perizia del genetista forense Emiliano Giardina, che si è occupato tra i vari casi di quello di Yara Gambirasio. Del contenuto si discuterà nella prossima udienza, prevista il 17 giugno al tribunale di Civitavecchia.



La consulenza era stata chiesta per capire a chi appartenesse il sangue comparso sulla statuetta della Madonna di Trevignano. Le analisi hanno escluso che si tratti di pittura rossa e di sangue animale, ma hanno anche smentito che fosse di origine soprannaturale, a differenza di quanto lasciato intendere da Gisella Cardia nei raduni religiosi.



Quel sangue appartiene proprio alla sedicente veggente, ma non è finita qui, perché la difesa sostiene che è stato trovato anche il Dna di un altro profilo femminile. Quindi, non c’è una traccia singola, ma mista. Secondo l’avvocato Solange Marchignoli, non si può neanche isolare l’aspetto ematico e, quindi, “discernere le tracce del Dna“, al fine di capire se provengono da sangue, contatto o saliva.

MADONNA DI TREVIGNANO, PARLA IL LEGALE DI GISELLA CARDIA

Per la difesa di Gisella Cardia, sono in possesso di prove in grado di scagionarla. Ad esempio, le sue tracce sarebbero legate al fatto che aveva maneggiato più volte la statua della Madonna di Trevignano e l’aveva baciata, ma la presenza di un altro Dna cambia tutto secondo loro. “Non c’è solo il Dna di Cardia, ma chi conosce quello della Madonna, per poterlo escludere?“, si interroga con una battuta il legale, come riportato dal Corriere della Sera.



Ad Affaritaliani, invece, ha spiegato perché la sua assistita potrebbe evitare il processo: l’avvocato è convinto che provare la truffa sia difficile, altrimenti il pm avrebbe chiesto il rinvio a giudizio. Dunque, Gisella Cardia è serena, visto che l’accusa avrebbe “poco in mano“.

Per quanto riguarda la querela di Luigi Avella, ritenuto il grande accusatore (colui che le ha donato 123mila euro), il legale parla di “donazione libera perché fatta davanti a un notaio“. Alla luce di ciò, “la strada per portare la Cardia a giudizio è complessa” e il pm “ha le mani legate, quindi deve prendere una decisione sulle prove già raccolte“.

LE SORTI DELLA “COLLINA DEI MIRACOLI”

Intanto, il Comune di Trevignano sta cercando di capire cosa fare di quella che dai seguaci della santona viene definita la “collina dei miracoli”, perché dopo lo smantellamento, il Tar ha confermato che la finalità dell’associazione era incompatibile con il piano urbanistico della zona. Quindi, l’associazione di Gisella Cardia e del marito ha perso la battaglia sulla Madonna di Trevignano e deve pagare le spese processuali, per cui il terreno, che è acquisito al patrimonio del Comune, può essere disposto dallo stesso a suo piacimento, ma non è un affar semplice secondo il Corriere, alla luce del retaggio e del fatto che è tuttora meta di pellegrinaggi.