Tribunale del Riesame annulla due arresti per l'inchiesta di Milano ma rinvia decisione su Tancredi e Marinoni. Nuove chat dai pm contro Catella e la giunta
COSA HA DECISO OGGI IL TRIBUNALE DEL RIESAME (E COSA HA RINVIATO) SULL’INCHIESTA URBANISTICA A MILANO
Due dei sei arresti partoriti dall’inchiesta sull’urbanistica nel Comune di Milano sono stati annullati dal Tribunale del Riesame: si tratta dell’imprenditore Andrea Bezziccheri – l’unico con custodia cautelare in carcere da oltre un mese – e dell’ex componente della Commissione paesaggio, Alessandro Scandurra. Vengono invece rinviate le decisioni sempre del Riesame circa i ricorsi contro gli arresti domiciliari mossi dagli altri componenti dell’inchiesta milanese, in particolare sull’ex assessore del Comune di Milano Giancarlo Tancredi e l’ex n.1 della Commissione Paesaggio, Giuseppe Marinoni.
Tutto rimandato al prossimo giovedì 14 agosto quando le decisioni dei giudici vedranno i ricorsi sul tavolo di Marinoni, Tancredi e anche dell’ex manager di J+S, Federico Pella: da ultimo, il 20 agosto prossimo sarà il tuo dell’ex CEO di Coima, Manfredi Catella. La scelta di rinviare di qualche giorno il riesame del caso urbanistica non è dettata da particolari sovrapposizioni di calendario giudiziario, ma dalla novità di nuove chat presentate proprio questa mattina dai pm milanesi con nuove prove ed eventuali elementi a carico degli indagati sul presunto sistema di corruzione nella gestione degli appalti urbanistici sotto Palazzo Marino.
«Abbiamo chiesto un termine per poter esaminarli», ha spiegato l’avvocato della difesa dell’ex assessore Tancredi, dimissionario nella seduta-fiume con il sindaco Sala a luglio: Bezziccheri intanto è uscito da San Vittore ribadendo la sua assoluta estraneità ad ogni accusa ricevuta, spiegando di non aver mai commesso reato nella sua gestione di Bluestone. Per lui il gip Fiorentini aveva disposto il carcere e così è avvenuto fino alla decisione del Riesame di annullare tale disposizione cautelare, non ritenendolo in “pericolo di fuga” o di eventuale “inquinamento delle prove”.
LE NUOVE CHAT PRESENTATE DAI PM SUL RUOLO DI CATELLA NELLA GIUNTA SALA
Le chat presentate però oggi contengono nuovi scambi tra l’ex assessore all’Urbanistica e il costruttore di COIMA, entrambi ancora ai domiciliari e che rappresentano – secondo i pm – la conferma di un sistema che tendeva ad eterodirigere le decisioni del Comune di Milano amministrato dal sindaco Sala: in particolare i messaggi tra Tancredi e Catella dove scherzano sulla conferma al ruolo di assessore che l’imprenditore avrebbe dovuto dare al n.1 della Rigenerazione Urbana, vengono indirizzati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano come la sensazione che «Catella in persona si sentisse come fosse il sindaco di Milano».
Secondo i pm Filippini e Clerici invece – come annotano ad agenzie e “Corriere della Sera” dopo aver presentato le nuove chat – tali documenti dimostrerebbe un quadro generale per gli indagati che renderebbero un «mercimonio della funzione pubblica consumata dall’assessore Tancredi in sintonia con il segretario generale Christian Malangone» (che, va ricordato, non è indagato al momento.
I pm parlano addirittura di “attentato alla democrazia urbanistica”, mentre le difese dei vari indiziati ribadiscono la piena innocenza: «Catella detta la linea che il Comune di Milano deve seguire», insistono i procuratori che motivano le loro accuse con le chat dove emergerebbe un rapporto molto stretto tra la Commissione Paesaggio, gli imprenditori edilizi e la giunta Sala. Nei messaggio Tancredi avrebbe ricevuto quasi degli “ordini dirigisti” per dettare la linea all’interno della gestione urbanistica della città.
Del tutto critico con l’ulteriore gestione “procedurale” della Procura di Milano è il parlamentare di Forza Italia Enrico Costa, intervenuto su X per denunciare la stortura di una sostituto procuratore che parla coi giornalisti confermando il deposito di chat incurante del fatto che tali comunicazioni dovrebbero rimanere riservate.
Non solo, secondo il deputato FI, due arresti sono stati annullati ma nel frattempo i vari atti legati agli indagati in itinere (e che dunque hanno portato a misure cautelari ingiustificate, come ha disposto oggi il Riesame) sono finiti sui media, «Qualcuno ne risponderà? Assolutamente no. Perché si fanno tante parole, ma nessuno ha il coraggio di intervenire in modo incisivo contro questa barbarie».