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Home » Economia e Finanza » Economia UE » INFLAZIONE EUROZONA/ Il record che mette all’angolo la Bce

  • Economia UE
  • Bce & Euro
  • Economia e Finanza

INFLAZIONE EUROZONA/ Il record che mette all’angolo la Bce

Stefano Masa
Pubblicato 2 Aprile 2022
Christine Lagarde

Christine Lagarde, presidente della Bce (LaPresse)

Il dato sull'inflazione nell'Eurozona comunicato ieri fa sorgere dubbi sull'attendibilità delle stime della Banca centrale europea

L’inflazione ha tenuto banco per l’intera settimana che ci lasciamo alle spalle. I dati diffusi da Spagna, Germania e Italia hanno introdotto la tanto attesa pubblicazione dell’ammontare aggregato dell’intera Eurozona.

Nella giornata di ieri, Eurostat, attraverso la propria stima flash, ha confermato i timori (divenuti pressoché certezza) della vigilia: «Ue-19: a marzo inflazione schizza al 7,5%, nuovo record. Lo scorso marzo il tasso annuo d’inflazione nell’Eurozona è schizzato al 7,5% rispetto al 5,9% di febbraio: questa la stima flash resa nota oggi da Eurostat. A determinare il livello più alto mai registrato dall’inflazione nella zona euro, secondo quanto segnala Eurostat, è stata soprattutto la crescita dei prezzi dell’energia (più 44,7% rispetto al più 32% di febbraio)» (fonte Ansa).


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Con il +7,5% di marzo, che come appreso è «il livello più alto mai registrato dall’inflazione nella zona euro» (doverosa sottolineatura), l’Eurozona entra in un territorio mai esplorato prima. Con il +7,5% di marzo, vengono definitivamente cancellate e archiviate le dichiarazioni di inizio anno della Presidente della Bce Christine Lagarde che, nel corso di un’intervista alla radio France Inter, annunciava: l’inflazione «scenderà meno di quanto avevamo previsto, ma scenderà. Secondo le nostre stime di dicembre, l’inflazione sarà del 3,2% nel 2022 (…) e molto più bassa in Francia»; inoltre, «i prezzi dell’energia non continueranno a salire indefinitivamente e gli ingorghi alla fine si attenueranno» (fonte Agi). Infine, con il +7,5% di marzo, ancora, sorgono seri dubbi sull’attendibilità delle precedenti e individuate «stime di dicembre» fornite dalla stessa Bce.


POST-IT/ Il Generale e i Banchieri in guerra (fra loro, sulla fine della guerra)


Alcuni potrebbero obiettare che queste nostre considerazioni non prendono in considerazione l’evento trigger che ha comportato questo naufragio inflattivo: ossia – nel merito – il conflitto Russia-Ucraina. Quest’ultimo, di fatto, c’è ed è presente e la sua influenza ha pressoché incrementato la già debole e difficile azione della stessa Banca centrale del Vecchio continente. Però, riteniamo opportuno riportarlo all’attenzione di tutti, la guerra in atto è un mero e inaspettato “acceleratore” di un’auto lanciata a folle velocità sul tortuoso tragitto di politica monetaria; sarebbe errato (dal nostro umile punto di vista) identificarlo come “la scusa” o “il motivo” del diffuso carovita. A supporto di questa ipotesi un dato su tutti: lo scoppio della guerra in Ucraina è avvenuto al termine di febbraio. 


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Nella realtà dei fatti, però, le rilevazioni mensili in profondo rosso (ovvero distanti dalle iniziali «stime di dicembre») di Eurostat riportavano già valori completamente difformi a inizio anno (v. colonna evidenziata in verde). A questa incontrovertibile constatazione si aggiunge un ulteriore e potenziale elemento di dubbio: a dicembre i prezzi del petrolio (rif. WTI) erano a 75,21 dollari per successivamente – in solo due mesi – lievitare a oltre 90 (chiusura settimanale pre-inizio conflitto Russia-Ucraina). Nei giorni a seguire la guerra, le quotazioni hanno raggiunto nuovi massimi fino a quota 130 per poi ritracciare e giungere agli attuali livelli (100 dollari).

Anche in questo caso, le precedenti considerazioni citate a inizio anno (rif. «i prezzi dell’energia non continueranno a salire indefinitivamente e gli ingorghi alla fine si attenueranno»), come devono essere interpretate? Un altro errore? Una stima poco ponderata e pertanto azzardata?

Vedremo cosa accadrà nel corso dell’anno, ma i dubbi ci sono ed è lecito prenderne (doverosamente) consapevolezza: ora. Perché come già accaduto in passato e non solo repetita iuvant. 

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Tags: InflazioneChristine Lagarde

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