Un nuovo anno scolastico è cominciato e si ripresentano problemi non ancora risolti, come quelli relativi agli insegnanti di sostegno
Ricominciato l’anno scolastico si ripresentano molti problemi spesso irrisolti come quelli relativi ai cosiddetti insegnanti di sostegno. Esiste una proposta di legge che interviene sul loro nome (per trasformarlo in docenti per l’inclusione), ma non sul loro numero.
Il loro compito è favorire l’inclusione e l’apprendimento degli alunni con disabilità certificata, rapportarsi con gli altri insegnanti, le famiglie e i servizi sanitari, in modo da realizzare il Piano educativo individualizzato. L’obiettivo di quest’ultimo è promuovere non solo le potenzialità dell’alunno, ma soprattutto le sue abilità residue, così da poter creare un ambiente di apprendimento per tutta la classe.
Nel nostro Paese vi sono differenze territoriali nel numero di insegnanti di sostegno, anche perché esistono Regioni che derogano alla norma che stabilisce la presenza di uno di loro ogni due alunni che ne hanno bisogno. Il problema è che spesso sono precari e dunque vi è una discontinuità che danneggia gli studenti. Il Governo intende aumentare i corsi di specializzazione e abilitazione, ma alcuni sono online e non richiedono tirocinio.
Intanto, tramite decreto del ministero della Salute del 2022, sono state adottate “Le Linee guida per la redazione della certificazione di disabilità in età evolutiva ai fini dell’inclusione scolastica e del profilo di funzionamento”, a seguito delle quali l’anno scorso sono arrivate le “linee operative per il processo di individuazione e accompagnamento dell’alunno con disabilità ai fini dell’inclusione scolastica”.
La certificazione Dsa, che può riguardare uno o più disturbi dell’apprendimento, viene rilasciata dopo un’attenta valutazione del bambino da parte di un professionista di neuropsichiatria infantile e contiene informazioni utili sia per la famiglia che per la scuola.
Talvolta i genitori temono (e non a torto) che questa certificazione si trascini come stigma durante tutto il percorso di istruzione e sia un elemento molto delicato che si riflette sulla vita complessiva del figlio. Dunque, è importante che gli insegnanti di sostegno abbiano una formazione di alta qualità interdisciplinare, anche perché ultimamente l’aumento delle certificazioni è su tre aree.
La prima è quella dell’intelligenza. La seconda riguarda i disturbi di comportamento. La terza concerne l’area della comunicazione, come autismo e mutismo. Di fronte a tale complessità, come aiutare gli alunni e le loro famiglie se non si è preparati?
L’inclusione non è un problema solo di numero di ore e di operatori o di copertura del disagio: la nostra istituzione formativa (e non solo gli alunni con disabilità) ha bisogno di modelli educativi e formativi di alta qualità.
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