Super e Iper ammortamento 2026 che sconta e concede dei benefit fiscali alle aziende (con almeno 9 dipendenti).
In Bilancio nel 2026 potrebbe confermarsi di nuovo sia il super che l’iper ammortamento, un’idea pensata per aiutare le aziende a risollevarsi dalle difficoltà che stanno vivendo in questo periodo storico.
Il benefit non sarà per tutte le imprese, dai dati ISTAT si può appurare che il dividendo fiscale verrà concesso al 3,8% delle attività imprenditoriali italiane, che si traduce in 90.000 beneficiarie.
Super e Iper ammortamento 2026 per 90.000 imprese
Il Super e l’Iper ammortamento non potrà esser per tutte le imprese, anzi, nel 2026 il 45% di loro non potrà averne diritto, si tratta prevalentemente di attività al Nord, che si occupano della manifattura, le cosiddette “fragili” e quelle indipendenti.
A conti le agevolazioni più importanti saranno percepite dalle aziende di medie e grandi dimensioni, quelle con almeno 9 dipendenti (in caso di più impiegati il benefit sarà ancora più alto), e su cui il prelievo IRES costerà l’1% in meno.
Potrebbe tuttavia sorgere una criticità significativa con la super deduzione, che verrà sostituita dal credito d’imposta. Infatti per godere di una deducibilità, occorrerà aver sostenuto dei costi a loro volta deducibili.
Mentre il credito d’imposta diventa utile nel momento in cui l’azienda può abbattere parte del carico fiscale potendo risparmiare sulle tasse dovute al fisco.
Gli aiuti alle aziende che investono
Gli aiuti fiscali spettanti alle aziende con più di 9 dipendenti sono vincolati all’obiettivo target della misura: nuovi investimenti dedicati principalmente alla transizione ecologica e digitale.
Francesco Maria Chelli, Presidente dell’ISTAT, spiega però che questi interventi non c’entrano nulla con la sospensione dell’ACE, che ha penalizzato la scelta di capitalizzazione delle aziende, orientate più all’indebitamento che alla patrimonializzazione.
Un altro piccolo cenno di Chelli è legato alla ZES Unica, che dopo i recenti cambiamenti (risalenti alla Legge di Bilancio dello scorso anno, 2024), ha ristretto la platea di beneficiari.
Infatti ora non è più permesso l’accesso alle imprese che hanno investito meno di 200.000€, riducendo dunque la quantità di adesioni.
Si parla poi infine della situazione lavorativa precaria, specialmente evidenziando le difficoltà nel Mezzogiorno, soprattutto con poche occupazioni tra donne e ragazzi (ecco perché nasce la decontribuzione totale per le nuove assunzioni).