Il potere del regime in Iran si fonda sull’IRGC, i pasdaran, nati per difendere la Rivoluzione islamica dai colpi di stato ed esportare il terrore
Per capire meglio il senso dell’odierna crisi geopolitica che attraversa il Medio Oriente, il ruolo dell’Iran e l’iniziativa americana, è utile far luce sull’esistenza e sul significato del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC, Islamic Revolution Guard Corp, ovvero i Pasdarsan), creato dopo la rivoluzione del 1979, alle dirette dipendenze della Guida Suprema iraniana.
Occorre fare un passo indietro fino al 1953, quando il primo ministro iraniano Mohammed Mossadeq, eletto democraticamente, che aveva nazionalizzato il petrolio iraniano, fu rovesciato da un colpo di Stato anglo-statunitense con le operazioni Ajax (USA) e Boot (UK). Il potere giunse nelle mani del giovane shah Mohammed Reza Pahlavi, che subito riaffermò gli accordi stipulati con le compagnie petrolifere occidentali a guida statunitense, diventando il principale alleato di Stati Uniti e di Israele.
Con la caduta dello shah, nel 1979, i progressisti, i nazionalisti e gli islamici si contesero il futuro della Rivoluzione. Mentre il primo ministro Mehdi Bazargan, capo del governo provvisorio, controllava, oltre al governo, le istituzioni statali e l’esercito, i seguaci dell’ayatollah Ruhollah Khomeini formarono l’IRGC, corpo che aggirando il potere politico operava oltre i limiti della legge e della magistratura e rispondeva solo al potere religioso.
I leader religiosi rivoluzionari iraniani lo crearono come forza parallela e concorrente alle infide forze armate che lo shah faceva formare in Israele. Khomeini intendeva l’IRGC come una forza pretoriana che proteggesse il suo regime da un colpo di Stato, come quello che aveva rovesciato il governo democraticamente eletto del nazionalista Mossadeq, restaurando il potere dello shah.
Con la guerra Iran-Iraq (1980-88) l’IRGC divenne un corpo di élite, con una struttura di comando simile a quella delle forze armate occidentali. L’organizzazione si avvaleva di circa 190mila effettivi, secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Circa la metà di questo personale è costituito da militari coscritti.
Le branche dell’IRGC includono: forze di terra dislocate nelle 31 province dell’Iran e a Teheran, che contano più di 150mila effettivi; forze navali, che contano circa 20mila effettivi, con compiti di pattugliamento dei confini marittimi iraniani, tra cui lo Stretto di Hormuz, attraversato ogni anno da un terzo del petrolio mondiale; un’aeronautica di 15mila effettivi, che gestisce il programma missilistico balistico dell’Iran; un comando informatico che collabora con aziende affiliate all’IRGC per attività di spionaggio militare e commerciale, nonché per la distribuzione di propaganda.
Da ultimo anche la forza paramilitare polivalente Basij (mobilitazione), un tempo dipendente direttamente dalla guida suprema, che sostiene di poter mobilitare circa 600mila volontari, soprattutto civili, per attività di protezione civile, ordine pubblico e attività sociali e propaganda è stata posta alle dipendenze dell’IRGC.
Attualmente, L’IRGC controlla interi ambiti dell’economia iraniana. Gestisce i traffici e gli ingenti guadagni illeciti derivanti dal contrabbando sulle sanzioni. Con gli introiti, viste le esangui casse della Repubblica Islamica, finanzia e sostiene sé stesso e le milizie sciite in Iraq, Libano, Cisgiordania, Gaza, Siria e Yemen per formare il cosiddetto “asse della resistenza” contro l’egemonia occidentale e soprattutto contro Israele.
L’IRGC è molto potente e temuto in Iran, e svolge un ruolo centrale nella proiezione di influenza, nella sicurezza interna e nell’economia iraniani. Il Corpo risponde direttamente ad Ali Khamenei, le sue dimensioni e i suoi poteri sono molto più ampi che non alla nascita. L’IRGC tra i suoi compiti gestisce l’arsenale iraniano e incorpora la forza Quds, braccio armato di esportazione del terrore per i vari proxy: Hamas, Hezbollah e Houthi.
Con l’uccisione del comandante della forza Quds, Quasem Soleimani, a Bagdad il 3 gennaio 2020 possiamo datare l’inizio di questa fase di reazione dell’Occidente alla diplomazia del terrore iraniana. È uso comune, inoltre, che appartenenti all’ IRGC transitino negli alti ranghi governativi e questo fa del corpo un grande attore anche nella politica interna della Repubblica. Alcuni analisti prevedono l’influenza dell’IRGC nel designare il successore alla Guida Suprema Ali Khamenei con ulteriore consolidamento del proprio potere, anche a detrimento di un percorso di riforme.
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