Israele è contrario alle basi militari turche in Siria: secondo una fonte dello JP rappresenterebbero una minaccia alla liberà d'azione di Tel Aviv
Il governo di Israele è intenzionato ad opporsi fermamente agli accordi sulla difesa che Siria e Turchia hanno iniziato a definire in occasione di uno storico incontro tra il presidente ad interim Ahmad al Sharaa – subentrato al governo siriano dopo la caduta di Assad – e il presidente turco Tayyip Erdogan storico nemico di Tel Aviv e sempre più influente nell’area al centro di una complessa transizione dopo decenni di guerra civile: la preoccupazione da parte di Israele è soprattutto legata all’ipotesi di creare due basi militari turche sul territorio siriano che avrebbero il compito di addestrare il nuovo esercito di Damasco e di garantire la sicurezza a fronte di potenziali minacce esterne.
Ad opporsi all’ipotesi delle basi militari turche in Siria – in particolare – è stata una fonte della sicurezza di Israele citata dal Jerusalem Post che ha chiarito che si tratterebbe di una “potenziale minaccia” in grado di minare “la [nostra] libertà d’azione”, ricordando che il recente attacco contro “la base militare T4” nell’area siriana di Tiyas era proprio fine ad inviare “il messaggi che non permetteremo che venga danneggiata la nostra libertà di operare in aria”; concludendo che con il suo ideale “islamista classico” attualmente al Sharaa “è il nostro nemico”.
Perché Israele si oppone alle basi turche in Siria: la storica occupazione delle Alture del Golan
Insomma, per Israele è un no categorico quello alle basi militari turche in Siria e per capirne le ragioni occorre fare un passetto indietro: durante gli anni sotto il comando di Assad – infatti – Tel Aviv con una vasta serie di attacchi e bombardamenti grazie ai quali ha stabilito il suo controllo sulle Alture del Golan che gli concedono di tenere sotto controllo le eventuali minacce siriane e quelle libanesi; mentre dopo il subentro al governo di Damasco di al Sharaa è stata istituita nell’area una zona cuscinetto che sarà mantenuta a tempo indeterminato, accompagnata dalla richiesta di smilitarizzare le province – confinanti con lo stato ebraico – di Quneitra, Daraa e al Suwayda.
Proprio per questa sua posizioni privilegiata all’interno del territorio della Siria, Israele non è intenzionato a permettere l’apertura delle basi turche, ipotizzando che grazie al supporto di Ankara il nuovo governo riuscirà a garantirsi una buona potenza militare tale da aprire un nuovo fronte di guerra in Medio Oriente per riconquistare le Alture del Golan che sono – di fatto – legalmente siriane; il tutto – come diceva la fonte allo Jerusalem Post – minando la loro libertà d’azione in un territorio storicamente delicato per Israele.
