L’Italia reggerebbe all’uscita dall’Unione Europea in caso di default dovuto alla crisi scaturita dall’emergenza coronavirus? Ma soprattutto, l’Unione Europea riuscirebbe a reggere a sua volta l’Italexit, oppure sarebbe la falla in grado di fare affondare la barca? Sono le domande che si è fatto l’importante editorialista del Financial Times Wolfgang Munchau, che con l’Italia non è mai stato tenero soprattutto quando i Governi guidati da Silvio Berlusconi erano in carica. Ma anche stavolta l’esecutivo PD-5 Stelle non sembra tranquillizzare la penna del FT, che sottolinea come molti stiano sottovalutando, per ottimismo o speranza, l’enorme buco finanziario che la pandemia di covid-19 aprirà sui conti italiani che partivano già da una situazione disastrata. “Alla fine dello scorso anno il debito pubblico italiano era il 136% del Pil. L’Italia, nell’attuale situazione generata dall’epidemia di coronavirus, è più a rischio di default di quanto voglia ammettere l’Eurozona. Se si considera, come fa l’Fmi, che il lockdown contrarrà il Pil italiano del 2020 del 10% rispetto al 2019, il debito pregresso crescerà del 20%, e allora il rapporto debito-Pil arriverà all’180%.”
FINANCIAL TIMES, LE CONSEGUENZE SULL’UE DELL’ITALEXIT
Dunque un default dell’Italia non è una condizione economicamente improbabile, considerando che la crisi dovuta all’emergenza coronavirus sarà globale e difficile da contenere, ma la situazione finanziaria del nostro Paese non è paragonabile ad altre che possono contare su margini più ampi per ipotizzare una ripresa. Sulle colonne del Financial Times, Wolfgang Munchau non si concentra però tanto sulle conseguenze interne dell’Italexit, quando su cosa ciò potrebbe costare all’Unione Europea: “Al momento l’Italexit non è uno scenario probabile, ma non lo era neanche la Brexit che si è invece affermata giocando sul sentimento antieuropeo, che potrebbe fomentarsi anche in Italia se l’UE non accordasse misure e aiuti efficaci, irrigidendosi sugli Eurobond. Il problema è che i paesi del Nord, quando discutono di Eurobond, ne parlano come solidarietà, carità, o, nel caso olandese, come un regalo. Non li vedono come un’assicurazione contro i rischi. Non c’è in Germania e in Olanda una comprensione delle conseguenze potenzialmente catastrofiche per i loro settori finanziari e le loro economie se l’Italia fallisse. Ma quel default diventa sempre più probabile se la politica esclude alternative. Se o quando avverrà, l’eurozona non sarà pronta.“