“Italia verso baratro demografico”/ Blangiardo: “Invertire tendenza richiede sforzo”
L’Italia va verso il baratro demografico: a lanciare l’allarme è Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, che chiede interventi immediati per invertire il trend

Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, ha parlato in una intervista a Il Foglio del calo delle nascite: “L’Italia sta andando verso il barato demografico. Il primo ministro Meloni ha detto che l’Italia è ‘destinata a scomparire’ a meno che non cambi. Estinzione è una parola forte, ma è certo che il grande paese sta smettendo di essere un grande paese. Ci sono regioni in cui il numero medio di figli per donna è pari a 1, come in Corea”, ha sottolineato l’esperto.
Una inversione di rotta non sembrerebbe essere vicina. “Il punto è quando e se si può tornare indietro. ‘Quando’ dipende da quanto riusciamo a rallentare. Invertire le tendenze, cercare di frenare e cambiare direzione, richiede uno sforzo importante, perché ci sono elementi strutturali che remano contro”. I fattori a influire sul fenomeno sono diversi. “Mancheranno mamme potenziali, oggi abbiamo dodici milioni di donne in età feconda e nel 2070 saranno otto milioni. Si riducono di un terzo. Quindi si deve attivare una serie di iniziative per contrastare la tendenza”.
“Italia verso baratro demografico”, le previsioni di Carlo Blangiardo (Istat)
Per evitare il peggio, servirà “arrivare al mezzo milione di nascite entro la fine del decennio”, ha preannunciato Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat. “Oggi sono 400 mila e anticipo che se le cose vanno così, nel 2023 non arriviamo neanche a quel numero. Andiamo verso nuovi record”. Non è tuttavia uno scenario inedito. “Nel 1977 l’Italia scese sotto il ricambio generazionale. Sono più di quarant’anni dunque che siamo sotto il livello, il numero medio di figli per donna. Oggi siamo a 1,25. Le simulazioni che abbiamo fatto ci dicono che se anche rialzassimo il tasso a 1,9, e sarebbe un miracolo, nel 2070 arriveremmo comunque a mezzo milione di nati”.
È dunque indispensabile domandarsi come è necessario intervenire. “Si potrebbe agire sull’età, siamo sempre più portati a spostare la maternità, il primo figlio nasce da ultra trentenni per cui l’idea di famiglia arriva tardi. Si deve anticipare il primogenito di qualche anno e accrescere la probabilità al secondo e al terzo, il ‘modello francese’. Tale modello ha dimostrato di ‘tenere’, se dai gli aiuti, se dai la conciliazione lavoro e casa, qualcosa viene fuori. Tutto il mondo va verso la crisi della fertilità, il problema è farlo in maniera morbida. I cinesi avevano trenta milioni di nati, oggi dieci e in futuro ne avranno quattro milioni, è una follia”.
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