Studio sulle abitudini sociali degli italiani mostra un aumento della solitudine e della depressione, più della metà dichiara di non avere amici

Gli Italiani sono sempre più soli e depressi, un fenomeno in aumento soprattutto nel periodo post pandemia Covid, che ha intensificato l’isolamento sociale facendolo diventare una abitudine diffusa. Soprattutto nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni, come rivela un recente studio intitolato “Gli italiani e il senso civico. Focus solitudine“, pubblicato dalla rivista Thevision.com, il 55% degli intervistati ha dichiarato di non avere amici. Tra questi il 34% era composto da persone sotto i 50 anni ed il 21% da soggetti over 55.



In linea con altri sondaggi condotti anche all’estero quindi, anche in Italia la situazione sembrerebbe particolarmente preoccupante, e come confermava anche l’edizione precedente dello studio, molti ragazzi, specialmente adolescenti si stanno affidando alle amicizie digitali, confidando i loro problemi agli assistenti virtuali e con le intelligenze artificiali come ChatGpt, piuttosto che confrontarsi con coetanei o chiedere aiuto in famiglia. Nella ricerca poi emerge che l’ambiente nel quale si vive influisce negativamente sia per i residenti delle grandi città che per chi vive in piccoli centri.



Aumenta l’isolamento sociale nel post pandemia, il 55% degli under 50 ha pochi amici reali e comunica quasi esclusivamente tramite social

Lo studio sulle abitudini sociali degli italiani che si è concentrato sulle analisi dei livelli di solitudine e depressione, ha evidenziato come, soprattutto tra i più giovani, sia particolarmente diffuso l’isolamento sociale e la conseguente mancanza di amicizie reali. Nella differenziazione per zone di residenza è poi emerso che mentre i ragazzi che vivono nelle città metropolitane soffrono a causa della troppa dispersione gli altri che invece si trovano in realtà più piccole hanno problemi a creare una rete di contatti proprio a causa della lontananza.



Entrambe le categorie  comunque hanno evidenti difficoltà nel condividere esperienze e pensieri, tanto che in moltissimi casi si affidano alle intelligenze artificiali per colmare le carenze affettive o interagiscono solo ed esclusivamente attraverso i social. E mentre crescono le distanze tra esseri umani, cresce anche l’individualismo, che non solo indebolisce le relazioni ma accresce anche l’ansia, la paura e il senso di inadeguatezza, in una società che impone modelli di successo e grandi aspettative che quando non vengono raggiunte possono portare ad un ulteriore isolamento.