Papa Prevost raccontato dal fratello: tra giochi d'infanzia e sfide future, un pontefice vicino agli ultimi e deciso a unire la Chiesa
John Prevost – fratello maggiore del neo-eletto Papa Leone XIV – accoglie i giornalisti nella sua casa nell’Illinois circondato da ricordi di un’infanzia semplice, tra partite di baseball e giochi sacri e racconta come Rob sapesse di voler diventare prete sin da quando imparò a camminare, mostrando alcune foto ingiallite in cui il futuro pontefice usava la tavola da stiro come altare e distribuiva la comunione con biscotti colorati, mentre lui e il fratello Louis giocavano a guardie e ladri.
Un destino scritto – spiega – che aveva intuito ma mai osato pronunciare tanto che prima del Conclave gli disse per scherzo che avrebbe potuto diventare il primo Papa americano ma Robert – con il tono di chi non ama le previsioni grandiose – aveva risposto che erano solo sciocchezze e che non sarebbe accaduto.
E mentre prepara le valigie per Roma – poco dopo aver scoperto le origini piemontesi della famiglia – John rivela anche un curioso retroscena: gli aveva sconsigliato il nome Leone, temendo il tredicesimo e la sua ombra superstiziosa ma il nuovo pontefice – fedele alla sua formazione da matematico – aveva scelto il quattordicesimo proprio per sfatare ogni timore numerologico, con spirito razionale e provocazione calcolata.
Prevost e il pontificato secondo il fratello John: eredità di Francesco e sfide sulla povertà
Il nuovo Papa, secondo il fratello, non abbandonerà la strada tracciata da Francesco: John è convinto che ci sarà continuità nell’attenzione agli ultimi – i poveri, gli emarginati, i dimenticati – e che Robert lavorerà per l’unità di una Chiesa che – ad oggi – appare sempre più lacerata, una missione che – ammette con sincerità – non gli farà dormire sonni tranquilli aggiungendo che i loro genitori (padre sovraintendente scolastico e madre bibliotecaria) sarebbero di certo orgogliosi ma anche inevitabilmente preoccupati per il peso di un incarico tanto esposto.
Sulle divisioni che attraversano la Chiesa americana – tra correnti conservatrici e progressiste – John descrive il fratello come un moderato, come qualcuno che non cercherà gli estremismi ma che al contempo non resterà in silenzio davanti alle ingiustizie, citando come esempio le politiche migratorie del presidente Trump, su cui non intende tacere.
Intanto, nella casa dell’Illinois, l’organo continua a suonare “Here Comes The Rain Again” , un modo – dice John – per sentirsi ancora vicino al fratello; arrichisce il racconto anche con una nota personale, ricordando come la storia abbia chiamato Robert a una nuova dimensione ma come per lui resterà sempre colui che gli insegnò la musica e con cui condivideva la passione per il baseball, dando prova di un legame fraterno che va oltre il confine del pontificato.
