L’ex storico Re di Spagna Juan Carlos I è stato ufficialmente indagato per lo scandalo sulle presunte tangenti nella realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità (Ave o Tav) tra Medina e La Mecca in Arabia Saudita: dopo che il caso è letteralmente esploso nel pieno dell’emergenza coronavirus in Spagna (e proprio questo motivo già Felipe VI, attuale regnante, ha rinunciato all’eredità del padre), ora la Procura della Corte Suprema spagnola ha avocato le indagini sulla presunta corruzione e sulle sempre presunte tangenti che l’ex Re avrebbe incassato negli scorsi anni.
L’accusa è che il Re emerito sia stato intermediario di un contratto firmato dal governo saudita con un consorzio di aziende di Spagna: la Procura di Madrid intende «delimitare o scartare» la rilevanza penale dei fatti a partire dal giugno del 2014, ovvero la data in cui Juan Carlos ha abdicato a favore del figlio Felipe perdendo così l’immunità di Capo di Stato. la cosiddetta “Alta Velocità del Deserto” sbaraglia ancora una volta la non già tranquilla vita di corte (dalle accuse di molestie fino ai sospetti su diverse amanti) e punta l’obiettivo dell’inchiesta sulla seconda fase della costruzione in Arabia seduta della linea ad alta velocità.
LE INDAGINI SUL RE EMERITO JUAN CARLOS DI SPAGNA
Al centro della indagine che nei prossimi mesi potrà portare la Corte Suprema a processare l’ex Re Juan Carlo vede la presunta tangente da 80 milioni di euro che sarebbe stata ripartita tra lo stesso sovrano e altri soggetti in merito all’assegnazione del consorzio spagnolo dell’appalto di costruzione della Tav arabica. Già nel dicembre 2018 venne aperto fascicolo per corruzione ma ora ad implicare direttamente l’ex Re vi sarebbe l’intercettazione di una telefonata tra l’imprenditore Juan Villalonga e Corinna zu Sayn-Wittgenstein, amica di Juan Carlos e in Spagna da molti ritenuta sua amante storica. Le prime rivelazioni sulla stampa a marzo scorso provocò un mini-terremoto sulla corona spagnola, tanto che Felipe VI rinunciò appunto all’eredità del padre come gesto simbolico di presa distanza dalle vicende giudiziarie di Juan Carlos.
Ora però la notizia è ufficiale, con la Corte Suprema pronta a valutare l’eventuale processo solo dopo aver visionato le prove documentarie della procura generale che, va ricordato, ha indagato sull’ex regnante mentre era in corso altra inchiesta sull’ex commissario della Polizia nazionale Villarejo. L’appalto in questione era stato assegnato nel 2012 ma una serie di ritardi e divergenze ne ha ritardato la firma fino al maggio del 2018: il tutto a seguito di un accordo in cui il consorzio spagnolo ha ottenuto 210 milioni di euro in più rispetto alla cifra originale. Ora la Corte Suprema dovrà valutare se Juan Carlos sia protetto o meno dall’immunità di cui godeva fino all’abdicazione a favore del figlio ormai 6 anni fa.