La Corte dei conti francese ha bocciato il Louvre: negli anni gli investimenti per la sicurezza e la manutenzione sono stati pochi e inefficienti

Casualmente a ridosso del recente, ben noto, furto da svariati milioni di euro che il Louvre ha subito nella sua galleria d’Apollon – dalla quale sono stati trafugati diversi gioielli della collezione di Napoleone, non ancora recuperati degli inquirenti -, la Corte dei conti francese ha pubblicato in queste ore un’accurata e puntuale analisi degli investimenti che il museo più famoso e visitato al mondo ha messo in campo negli ultimi anni: un’analisi che finisce – com’è facile immaginare – per bocciare il Louvre su tutta la linea, ritenendo completamente scorretti i progetti delle ultime direzioni.



Procedendo per ordine, è importante dire che la revisione della Corte non c’entra nulla con il futuro dello scorso 19 ottobre essendo stata redatta prima di quell’evento, riferendosi agli anni tra il 2018 e il 2024: la conclusione ultime è che per sei anni i vertici del museo del Louvre hanno privilegiato investire in costose operazioni che potremmo definire di “marketing” piuttosto che spendere i notevoli introiti generati per rendere più sicure moderne e accoglienti le sale del museo.



La revisione della Corte dei conti: “Il Louvre ha bisogno di una strategia economica più solida e meno mediatica”

Entrando nel merito della revisione, la Corte dei conti francese nota che la principale politica di investimento messa in campo dal Louvre negli ultimi anni è stata quella di acquistare nuove opere per la sua esposizione museale: complessivamente, è stata calcolata una spesa da 169 milioni di euro tra i quali 64 per rinnovare le esposizioni e i restanti 105 (in aggiunta a ulteriori 40 da fondi donati) per acquistare un totale di 2.754 opere; fermo restando, però, che di queste ultime “meno di un quarto sono esposte”.



L’esposizione della Gioconda al Louvre (Foto: Pexels)

Al contempo, nel medesimo arco di tempo il Louvre ha speso altri 87 milioni (poco più della metà) per la manutenzione e l’ammodernamento degli edifici gravemente provati dal trascorrere del tempo e dai migliaia di visitatori che annualmente varcano la soglia della piramide di vetro; mentre tra il 2019 e il 2024 l’installazione delle telecamere nell’ala del Louvre chiamata “Denon” (ovvero quella principale, in cui si trova anche al Gioconda) è avanzata appena del 13% arrivando a un misero – e insufficiente – 64 per cento complessivamente coperto.

Tutto questo – nota ancora la Corte dei conti – pur a fronte di ingressi economici “aumentati considerevolmente nel periodo in esame”: la revisione, insomma, ritengono che l’attuale “traiettoria finanziaria” del Louvre sia piuttosto “fragile”, suggerendo alla dirigenza di concentrarsi in particolare “nell’ammodernamento delle infrastrutture tecniche, dei sistemi di sicurezza (..) e del restauro del palazzo”, evitando di cadere nella facile tentazione di strategie “visibili e attraenti” a livello mediatico.