Uno dei più grandi misteri della medicina è la cosiddetta Sindrome della morte improvvisa, che si stima colpisca tra i 4 e i 5 milioni di persone nel mondo ogni anni, diventando dunque causa di una percentuale complessiva di decessi tra il 15 e il 20%. Considerando, poi, che la metà di questi casi è anche il primo segnale, letale, di una malattia cardiovascolare, i membri di una commissione istituita dal Lancet la definiscono un problema si salute pubblica di “proporzioni considerevoli”.
Eppure, nonostante la morte improvvisa sia così altamente letale, ad oggi si conosce veramente poco della sua natura o anche di eventuali interventi preventivi o successivi al ricovero ospedaliero per i sopravvissuti. Dunque, trenta esperti in diverse discipline provenienti da tutto il mondo, domenica hanno firmato e pubblicato un articolo in cui mirano a delineare un’azione futura per ridurre il peso complessivo dell’arresto cardiaco, migliorando la conoscenza medica della Sindrome da morte improvvisa e fornendo indicazioni utili per l’assistenza. Complicato, tuttavia, definire le cause principali della sindrome, così come trovare metodi di screening per individuare i pazienti a rischio, trattandoli in anticipo.
L’appello degli esperti: “Servono fondi contro la morte improvvisa”
Seppur sia definire le cause, che trovare metodi di screening sia complesso, avvertono gli esperti parlando della morte improvvisa, rimane centrale la terapia preventiva, che si è dimostrata, ad oggi, la più efficace. Sia il massaggio cardiaco che l’uso del defibrillatore, spiega l’articolo, hanno contribuito a raggiungere tassi di sopravvivenza di circa l’80%, ma secondo gli esperti è necessario che anche i testimoni all’evento facciano la loro parte.
Molti testimoni alla morte improvvisa, infatti, si limitano ad attendere l’arrivo dei soccorsi, mentre un intervento con un massaggio cardiaco tempestivo potrebbe essere un vero e proprio salva vita. Inoltre, sempre secondo la tesi dell’articolo, vanno ampiamente migliorati i follow-up per i pazienti, e i familiari, che sopravvivono alla sindrome, in tantissimi casi con ampi traumi psicologici, oltre a problemi neurologici. Infine, l’ultimo problema della conoscenza sulla morte improvvisa deriva dal fatto che la maggior parte degli studi in merito sono piuttosto datati e poco attuali, e proprio qui ruota l’accusa degli esperti. Infatti, l’intervento assolutamente centrale per comprendere e trattare la sindrome è un aumento dei fondi disponibili per la ricerca. Dati alla mano, infatti, questa sindrome è mortale in proporzione maggiore al cancro, ma è destinataria di appena un ottavo dei fondi destinati alla lotta ai tumori.