La niacina, o più comunemente nota come Vitamina B3, che è disponibile in una serie pressochè infinita di confezioni contro ad esempio l’invecchiamento, ma anche per il benessere generale, per potenziare il sistema immune e come farmaco anti covid, potrebbe essere pericolosa per il cuore se assunta in eccesso.
A sottolinearlo è uno studio pubblicato in questi giorni su Nature Medicine, così come riferisce il quotidiano Il Foglio, secondo cui due metaboliti derivati dall’assunzione eccessiva della vitamina B3, leggasi 2PY e 4PY, sono stati associati ad un rischio di eventi cardiovascolari gravi elevati per almeno due volte, indipendentemente dai fattori di rischio tradizionali. Di fatto attraverso questo nuovo lavoro l’effetto benefico della riduzione del colesterolo della niacina viene bilanciato dai rischi, e si rende così controindicato il suo uso anche nel controllo del colesterolo, l’uso per cui è storicamente più utilizzata.
LA VITAMINA B3 PUÒ CREARE PROBLEMI CARDIOVASCOLARI: SERVONO ULTERIORI INDAGINI MA…
Secondo questi nuovi dati pubblicati negli ultimi giorni, appena si assume la vittima B3 in eccesso, produciamo i due metaboliti di cui sopra, in grado di indurre effetti cardiovascolari gravi, ma potrebbero essere associati anche ad infiammazione vascolare e aterogenesi, anche se per questi ultimi due aspetti servono degli studi più approfonditi. Il Foglio sottolinea come lo studio non possa essere considerato definitivo in quanto riguarda pochi migliaia di individui, anche per non eliminare del tutto i confondenti, ma in ogni caso prima di assumere la niacina o vitamina B3, sarebbe bene chiedersi se la stessa sia benefica soprattutto per l’unica condizione indicata come tale, la ipovitaminosi.
“È un rischio abbastanza considerevole. È alla pari con quelli che consideriamo altri grandi rischi”, ha spiegati Stanley Hazen, capo della sezione di cardiologia preventiva e riabilitazione cardiaca presso la Cleveland Clinic e autore senior dello studio, in merito ai rischi cardiovascolari associati alla niacina. “Questo apre la porta; pone le basi per nuovi studi e nuovi interventi sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico per cercare di ridurre l’infiammazione e le malattie cardiovascolari”.
LA VITAMINA B3 PUÒ CREARE PROBLEMI CARDIOVASCOLARI: “ERA UN COMPOSTO SCONOSCIUTO…”
Hazen ha poi precisato sui due metaboliti: “Abbiamo iniziato cercando di vedere se c’era qualcosa nei campioni di sangue prelevati a digiuno da soggetti che sono stati seguiti nel tempo per vedere chi abbia avuto un infarto, un ictus o è morto, e alla fine si è scoperto che si trattava di un composto sconosciuto – riferendosi a 4PY – e quando finalmente abbiamo capito cos’era e da dove veniva, poteva essere prodotto solo attraverso un’eccessiva assunzione di niacina”.
In ogni caso, come detto sopra, bisogna comunque attendere ulteriori approfondimenti: “Trarre la conclusione che la niacina abbia aumentato il rischio cardiovascolare in questi studi non è necessariamente accurato”, ha detto Sanjay Kaul, cardiologo del Cedars-Sinai Medical Center che non ha partecipato allo studio. “La malattia coronarica e la mortalità correlata non sono aumentate in modo significativo. … Quindi ho difficoltà a collegare i punti”.