Lo sprint di Lagarde su eurobond e asset russi (cambiando idea dopo una settimana): cosa fa la BCE, lo scontro con la Russia e la risposta del Belgio
LA BCE (SENZA PER ORA UN PARERE UFFICIALE) APRE AGLI EUROBOND: COSA HA DETTO LAGARDE AL FT
Non è per ora ufficiale e mancano diversi passaggi formali decisivi, ma il fatto che la Presidente della BCE Christine Lagarde affermi pubblicamente – nell’intervista odierna al “Financial Times” – quanto serva oggi più che mai all’Europa l’emissione di eurobond per la difesa comune, ecco è certamente un enorme passo in avanti (o indietro, a seconda delle tesi) per un’accelerazione netta sul fronte riarmo.
Raggiunta dal FT, in attesa di confermare la stabilità dei tassi di interesse, Lagarde riflette su quanto il suo predecessore Mario Draghi abbia insistito negli ultimi anni sulla necessità di avere dei titoli di debito comune a tutta l’Europa, come avvenuto durante l’epoca del Covid-19. Ebbene, tanto lei quanto altri colleghi interni alla Banca Centrale Europea, sono del tutto d’accordo: «dobbiamo avere degli eurobond, simili ai Treasuries Usa, e dovremo farlo per la difesa».

Esattamente come in piena pandemia BCE e Commissione Europea trovarono l’accordo dei singoli Stati, anche i più refrattari del Nord Europa, alle soglie di un complicatissimo futuro geopolitico tra Ucraina e Medio Oriente occorre dare un segnale di compattezza e unità secondo Lagarde: «è un mio parere personale», chiarisce la Presidente dell’Eurotower, ma «la difesa oggi è una questione vitale di sopravvivenza».
CAOS UE TRA EUROBOND E ASSET RUSSI: COSA STA SUCCEDENDO, IL RUOLO CENTRALE DEL BELGIO
Se dunque alle parole di Lagarde seguirà un iter accelerato per l’emissione di eurobond, ecco che dalla BCE si arriverà a finanziare le spese in difesa stessa dell’Unione Europea: se sul fronte dei tassi d’interesse lo scenario sembra positivo, nonostante la complessa politica monetaria in tempi di semi-guerra, le stabilità su euro e difesa devono essere la vera priorità dell’Europa.
Occhi puntati però sul vero tema cruciale in discussione in queste ore in UE, e sempre con la guerra in Ucraina sullo sfondo: Lagarde ha spiegato al Financial Times di essere concorde al nuovo meccanismo europeo di prestito all’Ucraina, con l’utilizzo degli asset russi congelati, diversamente però da quanto appena una settimana fa lo stesso board di Francoforte tuonava contro il tentativo di andare contro i trattati internazionali per scongelare gli asset fermi nelle riserve dell’Euroclear in Belgio.

Quello che è cambiato, secondo la n.1 della Banca Centrale, è la proposta presentata negli scorsi giorni da Von der Leyen per un utilizzo degli asset russi congelati come “leva finanziaria”, questa invece «in linea con i principi internazionali» in quanto non intaccherebbe la proprietà formale degli asset e sarebbe comunque «un’eccezione necessaria e non una pratica che possa creare allarme» nei mercati. Davanti però al “treno” percorso da Bruxelles e Francoforte, si oppone il Premier del Belgio Bart De Wever che punta i piedi e fa notare come se si proseguisse su questa linea con gli asset potrebbe anche denunciare l’Unione per violazione dei Trattati, in particolare dell’articolo 122.
«Non basta una maggioranza qualificata della UE per finanziare il prestito di riparazione all’ucraina con asset sovrani russi», serve l’unanimità e quella del Belgio è ormai palese che non sarà concessa, a meno che non vengano concesse le tre condizioni dettate da De Wever a Von der Leyen durante l’ultima seduta plenaria. In primo luogo, la mutualizzazione del rischio, poi la disposizione di liquidità immediata che il Belgio, qualora servisse, dovrà restituire alla Russia in base alle somme prelevate, e infine una «ripartizione equa del rischio di contromisure russe». Se a tutte queste condizioni l’Europa verrà incontro a Bruxelles bene, altrimenti il voto del Premier belga permarrà sul veto il prossimo 18 dicembre al Consiglio Europeo.
