Gli esodati lanciano un nuovo appello per scendere in piazza a Roma il 22 aprile e chiedere una riforma delle pensioni che contenga un’ottava salvaguardia per quei 24.000 di loro che ancora non hanno una tutela dopo l’approvazione della Legge Fornero. Sulla pagina Facebook della Rete dei comitati degli esodati è stato pubblicato un post che contiene una citazione di Giovanni Falcone: “Che le cose siano così non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”. La citazione è accompagnata da un messaggio in cui si evidenzia che Governo e Parlamento non hanno più alibi. Ma nemmeno chi “immotivatamente si assenterà” dalla mobilitazione.
Quello dell’intervento sulle pensioni di reversibilità è un equivoco. Lo sottolinea Tommaso Nannicini, un’altra voce che si leva dal Governo per tranquillizzare coloro che temono di veder cambiata la normativa riguardante il calcolo di questi assegni. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha infatti detto che il Def prende atto di quanto già inserito nel ddl delega sulla povertà, dunque “c’è stato un equivoco dovuto a una frase generica”. Nannicini ha anche aggiunto che il Governo intende assolutamente intervenire per “evitare equivoci e strumentalizzazioni”. Non resta quindi che attendere lo stralcio della norma incriminata. – Negli ultimi giorni l’attenzione pubblica è rivolta al DEF 2016 con il Governo Renzi che ne sta ultimando la redazione. Non è passato inosservato il fatto che nel documento programmatico non venga fatto alcun cenno alle pensioni ed in particolare alla tanto discussa flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Una mancanza che non è andata giù ai sindacati anche e soprattutto in ragione di illazioni che parlano di possibili tagli alle pensioni di reversibilità. Sull’argomento si è espressa Annamaria Furlan, segretario della Cisl evidenziando: “Siamo in un Paese in cui il 75% delle imprese lavora per i consumi interni. Abbiamo bisogno non di abbassare le pensioni, ma fare in modo che la loro rivalutazione non sia una rivalutazione quotidiana, bensì una regola di dignità per i pensionati e le pensionate. Mi sembra che lo stesso ministro Poletti, oggi, smentisca questa volontà”.
Secondo il sito leggioggi.it, sulla riforma delle pensioni 2016 ci sarebbero allo studio tre ipotesi, che potrebbero far arrivare a conclusione il calvario degli esodati e introdurre le pensioni anticipate. La prima ipotesi è la nota flessibilità in uscita, il cui snodo principale resta quello della penalizzazione da applicare al pensionando, fino al totale ricalcolo contributivo dell’assegno. La seconda ipotesi è il cumulo delle contribuzioni versate in più casse previdenziali, così da rendere più facile raggiungere i requisiti pensionistici. In questo senso si potrebbe eliminare l’onerosità della rincongiunzione, aiutando chi magari è rimasto, come gli esodati, senza lavoro, ma lontano dalla pensione. Infine, c’è l’idea di estendere il bonus da 80 euro alle pensioni minime, ma questo non aiuta ovviamente chi vorrebbe andare in pensione, ma solo chi è già pensionato.
Anche Yoram Gutgeld rassicura gli italiani: le pensioni di reversibilità non verranno toccate. Intervenendo a Radio 24, il Commissario alla spending review ha anche aggiunto che non può rispondere lui dei “gialli giornalistici e mediatici”. Gutgeld ha anche segnalato che nel Def 2016 sono contenute innovazioni relative agli acquisti di beni e servizi nella Pubblica amministrazione che porterà alla diminuzione degli sprechi. Inoltre, nel processo di revisione della spesa si lavorerà all’efficienza della Consip, con risparmi preventivati “nell’ordine di miliardi” di euro. In questo senso sembra dunque esserci la conferma che la spending review non toccherà la spesa pensionistica.
Il Governo corre ai ripari sulla nuova polemica relativa a una riforma delle pensioni di reversibilità. Giuliano Poletti ha infatti detto che nel Def c’è stato una sorta di errore tecnico. “Come ho già detto in Parlamento, c’è l’impegno del governo a correggere il testo della delega legislativa sulla povertà per chiarire fuori da ogni equivoco che le pensioni di reversibilità non saranno toccate”, ha detto il ministro del Lavoro. Sicuramente ci sarà la massima attenzione finché ogni riferimento nel testo non verrà cancellato, ma il Governo non ci fa sicuramente una buona figura.
Torna ad accendersi la polemica sulla riforma delle pensioni di reversibilità. Ivan Predetti va all’attacco dell’esecutivo: “Ci hanno dato dei visionari, ci hanno detto che era tutta una balla e invece il governo anche nel Def a quanto pare conferma l’intenzione di voler intervenire sulle pensioni di reversibilità”. Il Segretario generale dello Spi-Cgil ha raccolto quindi subito l’allarme lanciato da Cesare Damiano sul fatto che nel Documento di economia e finanza viene ribadita l’intenzione di “razionalizzare” le prestazioni assistenziali e previdenziali. Il sindacalista ritiene che sia stato quindi giusto non credere alle parole dei ministri pronunciate dopo il ddl delega contro la povertà, che avevano assicurato che non ci sarebbero stati interventi su questo tipo di assegni.
Nelle ultime settimane i sindacati hanno messo in campo diverse manifestazioni di protesta del Governo presieduto da Matteo Renzi con l’intento di andare a modificare in maniera sostanziale alcuni tratti della Riforma pensioni Fornero. Nello specifico, la richiesta più impellente è quella di ottenere una maggiore flessibilità di uscita dal mondo del lavoro. Tra l’altro una recente indagine ha fatto emergere come negli ultimi cinque anni (ed ossia grosso modo da quando è entrata in vigore la Riforma Fornero), l’aumento medio delle pensioni è stato pari a circa 53,10 euro al mese. Sempre nel corso della stessa indagine pubblicata dalla AdnKronos, si è calcolato che l’importo medio annuo delle pensioni sia pari al 10784 euro contro i 10093 euro dell’anno 2012. Bene le pensioni di vecchiaia (aumenti per circa 82,4 euro al mese) e le pensioni invalidità previdenziali con aumenti medi di 60,4 euro al mese. Renzi ha parlato della possibilità di dare 80 euro al mese in più alle pensioni minime ma questo non sembra essere fattibile nel breve periodo in quanto nel Def appena reso noto, non c’è alcune traccia non solo di riferimenti alla flessibilità ma anche degli 80 euro in più. Probabile quindi che la questione possa essere rimandata quanto meno nel 2017.