I DUBBI DI CARLO COTTARELLI
Carlo Cottarelli ha ceduto il passo al Governo Conte. Che avrebbe rimesso il mandato ricevuto da Mattarella lo si era capito quando aveva annunciato che sarebbe stato regolarmente presente al Festival dell’Economia di Trento, anziché trattenersi ancora a Roma. Proprio dall’evento in Trentino-Alto Adige, l’ex commissario alla spending review ha parlato del programma del nuovo esecutivo, spiegando di ritenere che probabilmente non verrà attuato completamente. Secondo quanto riporta polisblog.it, sul tema delle pensioni Cottarelli ha detto di non ritenere possibile che si possa fare una riforma “che ci fa spendere di più. Si possono fare degli aggiustamenti per alcune categoria. Noi abbiamo pubblicato dei dati che fanno vedere che spendiamo già tanto per pensioni e assistenza”. Quanto alle spese da tagliare, ha evidenziato che quella per l’istruzione non andrebbe ridotta.
ESODATI, CI SARÀ LA NONA SALVAGUARDIA?
Con la nascita del Governo Conte si torna a parlare della possibilità di cambiare la riforma delle pensioni targata Fornero. Luigi Di Maio, nuovo ministro del Lavoro, ha ribadito che questo sarà un impegno dell’esecutivo. Nel contratto di Governo si parla di introdurre Quota 100 e Quota 41, oltre che prorogare Opzione donna. Non si fa però accenno alla nona salvaguardia degli esodati, che potrebbe risolvere il problema di circa 6.000 persone che sono rimaste escluse dai precedenti interventi varati per chi è rimasto fortemente penalizzato dalla Legge Fornero, non avendo più un lavoro ed essendo lontano dalla quiescenza. C’è da sperare che Roberto Fico, che ha incontrato una delegazione del Comitato esodati licenziati e cessati, possa evidenziare al suo leader di partito che questo intervento si potrebbe finanziare con le risorse non utilizzate dell’ottava salvaguardia.
LA FORNERO 2 DEL PIANO B DI SAVONA
Il Governo Conte attende di avere la fiducia di Camera e Senato per poter poi cominciare a concretizzare il contratto sottoscritto da Lega e Movimento 5 Stelle. Un contratto in cui, in tema di pensioni, si parla di introduzione di Quota 41 e Quota 100, oltre che di proroga di Opzione donna. Cesare Damiano nelle scorse settimane non aveva nascosto di nutrire qualche perplessità sulla cifra indicata, in 5 miliardi di euro, per il ritorno al sistema delle quote. Più che altro perché non è chiaro se si tratti di un dato riferito alla spesa complessiva piuttosto che annuale per questo genere di intervento. L’ex ministro del Lavoro, però, si è voluto anche concentrare sul famoso “piano B” di Paolo Savona, entrato nella squadra di Governo, in cui si parla anche di pensioni.
“Quando si parla di ‘Suggerimenti Operativi’, si chiede ‘l’abolizione di ogni forma di sistema figurativo per la determinazione del calcolo delle pensioni con effetto retroattivo (le pensioni saranno erogate in funzione degli effettivi contributi versati), investendo i proventi nei settori che generano maggiore crescita’”, afferma Damiano in una nota. “Se ben capisco, il piano di Savona propone un gigantesco taglio alle pensioni in essere, una sorta di ‘Fornero 2’, per finanziare la crescita del Paese. E lo si farebbe con ‘effetto retroattivo’, su tutte le pensioni”, aggiunge l’esponente dem. A questo punto Damiano ha una domanda: “Perché Salvini ha difeso a spada tratta la proposta di Savona all’economia se il Piano B, di cui è autore, è l’esatto contrario della promessa elettorale di ‘superare la Fornero’? Per fare Quota 100 e i 41 anni di contributi dobbiamo tagliare gli assegni agli attuali pensionati?”.