Cina e Russia continuano a dialogare e ad avvicinarsi. Lo dimostra anche l’incontro a sorpresa tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il presidente cinese Xi Jinping a Pechino. Una visita inaspettata, fuori dal protocollo, probabilmente decisa in vista dell’arrivo del presidente russo Vladimir Putin a maggio. Il viaggio in Cina di Lavrov era stato organizzato per incontrare l’omologo Wang Yi, il quale gli ha espresso la volontà di Pechino di rafforzare la cooperazione strategica con la Russia e di sostenere lo «sviluppo stabile» della Russia sotto la guida di Putin. «Pechino e Mosca continueranno a rafforzare la cooperazione strategica sulla scena mondiale e si forniranno un forte sostegno reciproco», ha chiarito il ministro degli Esteri cinese. Dal canto suo, Lavrov ha ribadito l’impegno di entrambe le parti per la cooperazione nella lotta al terrorismo, anche tramite meccanismi multilaterali.
Lo stesso Wang Yi ha riconosciuto quanto siano cresciute le relazioni tra Cina e Russia e quanto il rapporto sia stato condizionato anche da fasi molto delicate. «Cina e Russia hanno attraversato alti e bassi, ed entrambe le parti hanno tratto lezioni dall’esperienza storica e hanno trovato un percorso corretto per promuovere lo sviluppo sano e stabile delle relazioni bilaterali. Le attuali buone relazioni tra Cina e Russia sono state conquistate con fatica e meritano di essere custodite e mantenute con cura da entrambe le parti». Non a caso il presidente cinese Xi Jinping, incontrato Lavrov, ha evidenziato l’unione per «forgiare un nuovo percorso di coesistenza armoniosa e di cooperazione vantaggiosa per tutti tra i principali Paesi, che ha portato benefici anche ai loro popoli e ha contribuito con saggezza e forza all’equità e alla giustizia internazionale». Inoltre, ha garantito di aver concordato con Vladimir Putin l’impegno a «mantenere stretti scambi per garantire che le relazioni Cina-Russia si sviluppino sempre in modo continuo e costante».
LAVROV “FORMULA DI PACE DI ZELENSKY È VUOTA”
Sergej Lavrov si è anche soffermato sull‘Ucraina, precisando che Russia e Cina sono concordi nel ritenere che le conferenze internazionali non possano ignorare la posizione del Cremlino. «Noi e i nostri amici cinesi affermiamo chiaramente la necessità di tenere conto delle legittime preoccupazioni di tutte le parti coinvolte» nel conflitto in Ucraina, «soprattutto nel campo della sicurezza», ha aggiunto Lavrov nella conferenza stampa congiunta al termine dell’incontro con l’omologo Wang Yi. A proposito della formula di pace del «cosiddetto» presidente ucraino Volodymyr Zelensky, entrambi la ritengono «completamente vuota e basata sull’ultimatum, e che siano quindi completamente distaccati da qualsiasi realtà», ha proseguito Lavrov.
Per quanto riguarda l’attacco contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel sud dell’Ucraina, Lavrov ha ribadito le accuse a Kiev ed espresso la disponibilità a collaborare con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) affinché venga fatta chiarezza. «Porteremo la questione in una riunione speciale del comitato esecutivo dell’Aiea, in una riunione speciale del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e lì insisteremo sulla necessità di ricevere valutazioni dirette, senza alcuna prevaricazione, della azioni del regime ucraino», ha dichiarato Lavrov. Ma con Wang Yi ha discusso anche delle sanzioni, affrontando il tema dei «divari economici specifici che si creano come risultato della politica illegale di sanzioni unilaterali e che risolveremo nel quadro dei Brics».
GUERRA A GAZA E IN UCRAINA: LA POSIZIONE DELLA CINA
Wang Yi, che è anche membro dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del PCC, ha aggiunto che nell’incontro con l’omologo Sergej Lavrov si è parlato anche della guerra a Gaza. «Abbiamo avuto una comunicazione approfondita su diverse questioni internazionali e regionali, compresi i conflitti in Ucraina e Palestina-Israele», le parole del capo della diplomazia della Cina. Per quanto riguarda la crisi ucraina, ha evidenziato che la Cina auspica il cessate il fuoco ed è a sostegno di una riunione internazionale da convocare per discutere di piani di pace equi, a cui dovrebbero partecipare tutte le parti interessate. Invece, per quanto riguarda il conflitto tra Israele e Palestina, Wang Yi ha sottolineato che le risoluzioni approvate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu sono vincolati e vanno applicate efficacemente.
Inoltre, Pechino sostiene il dibattito urgente al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per l’ingresso della Palestina come membro ufficiale, appoggiando l’autodeterminazione del popolo palestinese per la costruzione indipendente del loro Stato. Pertanto, la posizione della Cina è favorevole alla “soluzione dei due Stati” per una pace duratura in Medio Oriente. Oltre a ribadire che la Cina è una «grande potenza responsabile», il ministro cinese ha sottolineato che Pechino «decide sempre le proprie posizioni in modo indipendente sulla base dei diritti e dei torti individuali di ciascuna situazione». Allo stesso tempo, essendo una «forza di pace e stabilità», la Cina «continuerà a svolgere un ruolo costruttivo sulla scena internazionale e non aggiungerà mai benzina sul fuoco».
“USA UN PERICOLO PER LA STABILITÀ DELL’ASIA”
Non poteva mancare una riflessione sulla stabilità dell’Asia e sulla sicurezza dell’Eurasia nell’incontro tra Sergej Lavrov e Wang Yi a Pechino. Il ministro russo ha chiarito la posizione di Mosca e Pechino, che «non accettano la politica degli Stati Uniti di dare vita ad alleanze politico-militari chiuse nella regione Asia-Pacifico». Inoltre, sono contrari «ai tentativi di rompere l’architettura di sicurezza esistente e stanno anche discutendo sulla prospettiva di formare una nuova struttura di sicurezza in Eurasia», ha aggiunto Lavrov. Con l’omologo cinese si è discusso di come garantire sicurezza e stabilità nella regione Asia-Pacifico, «in risposta alla linea degli Stati Uniti di creare lì delle alleanze politico-militari chiuse a composizione ristretta, che hanno un palese orientamento anti-cinese e anti-russo».
Lavrov ha altresì sottolineato che questo orientamento di Russia e Cina «non piace agli Stati Uniti e ai loro alleati, che stanno promuovendo approcci di blocco, tra cui la necessità di introdurre la NATO in questa regione». Il ministro russo ha, quindi, confermato che c’è stato uno scambio di idee «sulle prospettive di formazione di una nuova architettura di sicurezza in Eurasia sullo sfondo della completa stagnazione e autodistruzione dei meccanismi euro-atlantici». Infine, su Taiwan ha espresso il sostegno alla Cina per quanto concerne il rifiuto di interferenze esterne, ritenendo Taiwan parte integrante della Cina.