Marine Le Pen e il possibile complotto dell'establishment di Francia contro la corsa all'Eliseo della n.1 RN: la "versione" di Cazzullo, il nodo democrazia

IL “COMPLOTTO” CONTRO MARINE LE PEN IN FRANCIA: L’IPOTESI (INDIRETTA) DI ALDO CAZZULLO

E se davvero quanto avvenuto ai danni di Marine Le Pen sia frutto di un autentico “complotto” giudiziario e politico nei danni della leader favorita alla conquista dell’Eliseo nel 2027? Dopo il terremoto politico avvenuto due giorni fa in Francia con la condanna per appropriazione indebita di fondi UE (il processo sugli assistenti degli europarlamentari RN) e soprattutto l’immediata ineleggibilità fatta scattare dai giudici nei suoi confronti, rischia di togliere dalla corsa verso le Elezioni Presidenziali la principale protagonista: per questo motivo anche i meno fini osservatori di politica estera non possono non considerare l’eventualità di un reale “ko” inferto a Le Pen grazie al “bazooka” giudiziario, visto che a livello politico sembrava ormai irraggiungibile.



Come spesso accade, l’eccesso di “complottismo” in politica internazionale (come quella nazionale) è inutile, menzognero nonché fine a se stesso: nel caso francese però qualche sospetto in più sovviene e a dirlo non è un tradizionale sovranista o sostenitore della destra europea, men che meno qualche membro del Governo Trump. Rispondendo alla posta sul “Corriere della Sera” oggi 2 aprile 2025, l’editorialista e scrittore Aldo Cazzullo sgancia la sua personale “lettura” del caos politico dopo la sentenza di primo grado del processo sui fondi UE al Rassemblement National.



E sebbene l’analisi di Cazzullo resti un’opinione, rivela un potenziale complotto alquanto verosimile sull’asse Parigi-Bruxelles: a domanda specifica su cosa potrebbe succedere ora nella lunghissima campagna elettorale verso l’Eliseo, con l’annuncio di ricorso e battaglia politica della stessa Marine Le Pen, il giornalista afferma quanto possa essere inquietante pensare che l’establishment francese «lasciasse il Paese a Marine Le Pen». Una presidenza della leader RN, spiega ancora Cazzullo, vorrebbe dire in primo luogo lo strappo con l’Europa, lo smontare l’impalcatura europea costruita in questi ultimi 50 anni post-De Gaulle e Mitterand, e pure «rinunciare al rapporto privilegiato con la Germania», fino ad avvicinarsi nuovamente alla Russia di Putin.



LA “BOMBA NUCLEARE” SULLA POLITICA EUROPEA: FRANCIA-ROMANIA-TURCHIA, UN PROBLEMA DI “DEMOCRAZIA”

Secondo Cazzullo l’italiano “medio” che odia politica e Stato burocratico, si rifiuterebbe a comprendere l’esistenza di un “establishment” reale, un deep state che possa controllare lo svolgersi dell’attività politica di un Paese. Ma in Francia tutto questo esiste e potrebbe essere alla base della clamorosa condanna inferta a Marine Le Pen: per l’editorialista del “Corriere” un complotto del genere viene quasi presentato come “positivo” davanti a quanto la destra di Le Pen o Bardella potrebbe combinare alla guida dell’Eliseo, ma paradossalmente la sua stessa analisi rivela l’inquietante (potenziale) disegno anti-democratico presente in Francia.

Va detto che Cazzullo riconosce anche la possibilità di una ulteriore moderazione che il RN e la destra francese potrebbe intraprendere, sulla scia di quanto già avvenuto in Italia con il Governo Meloni, e che avrebbe convinto anche gli ambienti finanziari stufi della politica “tecnicista” e filo-Bruxelles di Macron. In attesa però di comprendere quale evoluzione potrebbe davvero avere il cambio di scenario in Francia, la “bomba nucleare” piombata sula politica transalpina potrebbe realmente avere alla base un inquietante retroscena di attacco alla democrazia.

Cazzullo quasi lo descrive come fosse inevitabile che i “poteri” in Francia prendessero l’iniziativa e trovando il “cavillo giudiziario” per mettere fuori gioco la principale nemica e antagonista dell’europeismo macronista: ora, al netto di quanto si potrà vedere nei processi d’appello (dato che le accuse contro Le Pen restano documentate e gravi), il tema di democrazia resta al centro, anche unendo gli altri casi in giro per l’Europa, dalla Romania con Georgescu alla Turchia con l’arresto di Imamoglu e in generale con lo “stop” giudiziario dei politici avversi al potere centrale.

L’unica vera alternativa, secondo la visione “complottista” di Aldo Cazzullo, è tra establishment e caos populista, come dimostrerebbe – secondo lui – la vittoria nel 2018 di Conte e nel 2022 di Giorgia Meloni alle Elezioni Politiche. Come si intuisce, non esattamente uno splendido spot per la libertà di voto e per il diritto al pensiero non allineato…