L'educazione finanziaria è una leva fondamentale per uno sviluppo sociale equo e per il benessere a lungo termine delle nuove generazioni
Il seguente testo a firma Giovanna Boggio Robutti, Direttore Generale FEduF – Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, è tratto dal Quaderno de IlSussidiario.net “L’economia è donna. Istruzioni per la parità e l’indipendenza finanziaria” di Gianfranco Fabi.
Perché vi sono differenze tra uomini e donne nell’atteggiamento verso il denaro? Principalmente per due ragioni: le donne sono le più colpite dallo stato di permanent crisis economica che tutti noi stiamo sperimentando in questi ultimi decenni, specialmente se single, divorziate o anziane. In secondo luogo, nonostante l’aumento del loro livello di educazione e di partecipazione al mondo del lavoro, le donne hanno ancora stipendi più bassi rispetto a quelli degli uomini, una conoscenza finanziaria più bassa, un atteggiamento ambivalente verso il denaro e il successo economico e un minor controllo sul denaro in casa rispetto agli uomini.
Le statistiche ci dicono che in Italia le donne guadagnano mediamente il 10,7% in meno rispetto agli uomini, hanno probabilità maggiori essere discriminate e sottopagate. E, se andiamo a guardare più in profondità, non possiamo non notare che anche il loro livello di educazione finanziaria è inferiore rispetto a quello maschile. Un dato ci deve fare riflettere in modo profondo: stando al rapporto IACOFI il divario tra uomini e donne è particolarmente forte nel profilo delle conoscenze, soprattutto tra quanti hanno bassi titoli di studio e risiedono nel Sud.
Un’ampia letteratura dimostra come a partire dall’adolescenza i giovani (maschi e femmine) subiscano condizionamenti agli stereotipi di genere prevalenti nell’ambiente sociale di appartenenza e come questi alimentino lo sviluppo di comportamenti e attitudini diverse nei confronti delle competenze finanziarie. Così, mentre la differenza nella diffusione dell’educazione finanziaria tra i due generi non è particolarmente rilevante (in Italia resta comunque insufficiente per entrambi), risulta invece evidente come il genere femminile sottostimi le proprie capacità.
Il gender gap dell’educazione finanziaria non è quindi un problema della singola persona, ma è strutturale e di origine culturale. Numerose ricerche condotte negli ultimi anni raccontano che in Italia in oltre il 40% dei casi l’uomo è il più ricco della coppia e in oltre il 70% dei casi prende decisioni finanziarie anche se queste sono di interesse comune. È quindi prioritario aiutare le donne a guadagnare terreno in campo economico e finanziario, condizione indispensabile per l’emancipazione e il benessere individuale e familiare.
L’obiettivo è sensibilizzarle sull’importanza di acquisire un’educazione finanziaria di base, stimolare una maggiore partecipazione alle decisioni finanziarie in famiglia e alla gestione autonoma dei loro risparmi. Ma prima di tutto è necessario scardinare attraverso la cultura tutti quegli stereotipi che confinano le donne in clichés antichi, retaggio di una visione sociale ancora troppo diffusa.
Questo può avvenire solo attraverso la diffusione di una cultura di cittadinanza economica nei cittadini a partire dalla più tenera età e dalle famiglie. Pensiamo allo scenario attuale che mette in primo piano il rapporto tra economia e società e, di conseguenza, la relazione tra conoscenza economica, responsabilità individuale e autonomia delle scelte. Oggi, in Italia, relativamente pochi genitori sono in grado di trasmettere un’educazione economica ai figli, ma tutte le ricerche sulla socializzazione dei bambini con il denaro dimostrano che i comportamenti economici nascono nei primi anni di vita e sono fortemente influenzati dai comportamenti dei genitori.
L’educazione finanziaria è una leva fondamentale per uno sviluppo sociale equo e per il benessere a lungo termine delle nuove generazioni, deve dunque divenire patrimonio intellettuale comune da tutelare e far crescere.
Oggi nessun soggetto può autonomamente assumersi l’onere di sostenere da solo un progetto di tale portata: questa operazione culturale deve essere attuata attraverso una collaborazione che affianchi tutti gli attori e i portatori di interessi in gioco. È quindi necessario trovare sintesi e punti di aggregazione di esperienze differenti sull’educazione finanziaria, che coinvolgano tutte quelle forze capaci di operare un grande cambiamento culturale, in attesa del “next normal” sociale.
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